giovedì 27 gennaio 2011

Caso Ruby, che Berlusconi sia trattato come un comune cittadino perché la legge è uguale per tutti. Altrimenti è uno scandalo

Tutti d’accordo per una volta: basta con questa storia che Berlusconi deve avere un trattamento particolare.

È pur sempre un cittadino italiano, e come tale deve essere trattato. Senza distinzione alcuna.

È convocato dal magistrato inquirente per essere sentito come indagato in un procedimento penale? E allora faccia come sessanta milioni di italiani, e tutti gli stranieri che sono indagati sul nostro suolo patrio, e scelga se essere sentito dall’inquirente o avvalersi della facoltà di non rispondere. O addirittura di non presentarsi all’appuntamento e demandare al proprio avvocato l’onere di stilare una memoria difensiva da far pervenire al magistrato.

È richiesto d’esser processato con rito immediato da una Procura della Repubblica presso un Tribunale e ritiene che non sia questo competente a giudicarlo? E allora faccia come ogni italiano, e come fanno pure quelli che italiani non sono quando sono in Italia, ed eccepisca al Giudice per le Indagini Preliminari l’incompetenza per territorio o per funzione.

Deve finire questa storia. Basta con questa menata che Silvio deve avere trattamenti diversi da quelli riservati a noi e deve correre al capezzale del Procuratore al semplice scoccar delle dita di questi acriticamente e senza poter vagliare gli strumenti di difesa che il sistema consente.

Quindi se tutti sono d’accordo sul fatto che la legge è uguale per tutti, anche Berlusconi deve essere trattato come tutti. Mica può ipotizzarsi un trattamento particolare proprio perché è lui. Sarebbe uno scandalo.

Luca Procaccini

domenica 23 gennaio 2011

Per il capo di Futuro e Libertà, nessun eletto è al di sopra della legge e non possono esserci secondi fini

Fini da Reggio Calabria manda a dire che chi è eletto non è al di sopra della legge. Ed evidentemente ha a mente il Premier e i suoi recenti guai giudiziari: prostituzione minorile e concussione. L’uomo, che non è stupido, saprà per certo che dimostrare la consumazione di un rapporto sessuale negato anche da lei, con lui che contesta di aver avuto conoscenza dell’età della sua ospite, e con nessuna intenzione dei due di ammettere l’esistenza di una  transazione economica per un favore sessuale, è dura. Quindi, meglio e più facile da dimostrare il reato di concussione, per la consumazione del quale verosimilmente Gianfranco non ha dubbi.

D’altra parte, è uno dei reati che più frequentemente commettono i Pubblici Ufficiali: cioè quando questi compiono degli atti contrari al loro Ufficio ed abusando del loro potere vogliono procurare per loro od altri un indebito vantaggio. E anche se è un casino provare che la telefonata fatta da Berlusconi al capo della Questura milanese per informarsi sulla pulzella ivi trattenuta, col Super poliziotto che dichiara di non aver avvertito imposizione e con lo stesso Procuratore capo della Repubblica di Milano che aveva chiarito che nella vicenda dell’affidamento della minore non c’era stata violazione della regola, questo è un campo ove più facilmente si può discettare in materia di consumazione del reato.

Magari non sarà facile come il caso in cui quello che ricopre incarichi istituzionali convoca, nei luoghi ove esercita il potere conferitogli dalla carica, un dirigente per imporgli di far stipulare all’azienda che dirige dei contratti milionari con suoi parenti ed affini, tipo quando Fini Presidente della Camera dei Deputati convocava nei suoi uffici Paglia Amministratore RAI per imporgli di far contratti milionari con la suocera, ma val la pena comunque prendere posizione netta.

Ormai è chiaro: per Gianfranco l’eletto non è al di sopra della legge e non possono esserci secondi fini. Lui è unico e solo a lui tutto è concesso.

Luca Procaccini

giovedì 20 gennaio 2011

Caso Ruby: Berlusconi incassa la solidarietà del partito di Fini


Nell’entourage di Fini, montava il nervosismo perché il capo ancora non aveva dettato la linea. Ma il silenzio era dettato dall’imbarazzo. Ormai tutti i giornali dipingevano e dipingono come prostitute acclarate tutte quelle giovani donne che si accompagnano con uomini anziani, e che ne accettano denaro, doni e immobili in comodato d’uso gratuito.

Dramma: l’attuale fiamma del presidente della Camera, oltre a essere molto più giovane dell’attuale potente compagno, è stata già fidanzata di un anziano che l’ha coperta di denaro e doni, e che gli immobili non glieli aveva concessi in comodato ma addirittura glieli avrebbe intestati in proprietà.

Dramma nel dramma: in una di quelle case asseritamente intestata dall’ex anziano e ricco fidanzato dell’attuale fidanzata di Fini, questo ci abita pure.

Problema: se son dedite all’antico mestiere tutte quelle che si accompagnano con vecchi danarosi e generosi, per forza di cose è quanto meno stata del mestiere anche la madre di alcuni dei figli di Fini.

Soluzione votata all’unanimità dal direttivo del partito: nessuna prostituzione, e massima solidarietà a Berlusconi.

Luca Procaccini

domenica 16 gennaio 2011

Ruby rubacuori e la giustizia che vorrebbe Berlusconi


Magari Silvio si aspettava che da una disattenzione, quale quella di chiamare in questura per facilitare la soluzione del problema a una pulzella, potesse anche scaturire un’indagine. Ma solo per dovere d’ufficio stante l’obbligatorietà dell’azione penale. Quindi, senza clamore e nell’assoluto anonimato.

Probabilmente l’uomo pensava che una qualche attività d’indagine andava pure fatta, stante la denuncia del Pubblico ministero del Tribunale dei minori che lamentava difetto d’ortodossia nella vicenda, tuttavia senza importunare i diretti interessati alla faccenda. ma limitandosi a far girare la carta.

Verosimilmente il Premier immaginava che dopo la messinscena arrivava la richiesta d’archiviazione del procedimento, e aveva anche messo in conto d’essere iscritto nel registro degli indagati un nanosecondo. Ossia il tempo necessario per poi formalizzare la richiesta di archiviazione nei suoi confronti.

Evidentemente Berlusconi aveva fresca nella memoria la vicenda di Montecarlo dove c’era denuncia che un immobile di partito dopo essere stato svenduto a una società in un paradiso fiscale, con medesima sede di altra società che da questa l’avrebbe acquistata, per poi finire nella disponibilità del cognato del segretario di quel partito, che costretto dagli eventi ammetteva d’essere stato incauto e scaricava l’affine dichiarando che nulla aveva saputo e che del cognato neanche più lui si fidava.

Certamente il Primo ministro si compiaceva del fatto che da quella denuncia partiva un’indagine poi condotta senza neanche necessità di sentire segretario di partito con cognato, gestita silentemente tentando di ricondurre tutto sul piano meramente civilistico, e chiedendo l’archiviazione della procedura costringendo il politico nella scomoda condizione d’indagato il tempo strettamente necessario a farne poi richiesta d’archiviazione.

Ingenuamente il Presidente apprendeva che la legge è uguale per tutti quelli che non ci hanno a che fare, e che a seconda del nome e ruolo istituzionale che hai c’è trattamento riservato che trovi.

Luca Procaccini

sabato 1 gennaio 2011

Battisti. Dopo il ritiro dell’ambasciatore le sanzioni economiche

Cesare Battisti, terrorista di sinistra dei Proletari armati per il comunismo, condannato in Italia all’ergastolo con sentenza passata in giudicato per quattro omicidi, arrestato in Brasile e richiesto dall’Italia per ospitarlo nelle patrie galere, s’è visto riconoscere lo status di rifugiato politico.

Il presidente Napolitano ha scritto al collega presidente brasiliano, ma nessuno ha risposto.

Il ministro degli Esteri italiano ritira l’ambasciatore dal Brasile e la rottura delle operazioni diplomatiche.

Ma non basta. Il passo successivo è l’embargo economico e, conoscendo il motore trainante dell’economia brasiliana, niente più migrazioni d’uccelli dall’Italia verso il Brasile e niente più tette e culi dal Brasile sulle nostre strade, L’effetto è garantito. A quanto pare lì tutto poggia su questo se anche il sistema di diritto è una presa per il culo.

Luca Procaccini