venerdì 22 ottobre 2010

Saviano offre la prova della congruità del costo del programma “vieni via con me”

In collegamento con “annozero”da Berlino, ove era ospite dell’Istituto di Cultura Italiana, Saviano ha narrato la sua storia. E ci ha spiegato che pagare fior di quattrini una trasmissione è doveroso perché i professionisti costano.

È stato ineccepibile e involontariamente testimone di questa verità. Infatti, l’uomo si prepara alla trasmissione senza aver firmato ancora il contratto e, quindi, senza un ghello in tasca per sé e per i collaboratori. E allo stesso modo è stato preparato il collegamento da Berlino attraverso il quale ha profuso il verbo.

Quindi, al narratore che abilmente traduce in romanzi atti di giustizia che altri hanno scritto è toccato il compito di farsi scrivere l’intervento per la serata ad “annozero” con il colpo ad effetto: la citazione di Kennedy che in quel di Berlino ebbe grosso modo a dire che tutte le persone libere sono persone di Berlino, per poi dire che lui auspicava di poter sentir dire un giorno che le persone italiane sono persone libere.

Incantevole, peccato che Kennedy quelle parole le ha dette l’anno in cui è stato costruito il muro di Berlino e l’intendimento era quello di condannare lo stato comunista che ogni libertà negava. Bello sentirlo dire da un'icona della sinistra. Peccato che, privo di colpa, lo diceva senza averne cognizione. Se la RAI avesse prontamente monetizzato, il discorso sarebbe stato preparato da consulente all’altezza adeguatamente pagato.  Ha ragione Saviano, non funziona. Si rischia di fare magra figura a fare gli intellettuali così.

Luca Procaccini

sabato 16 ottobre 2010

FIOM, la manifestazione di forza con i deboli e di debolezza con i forti

È nientemeno manifestazione nazionale per denunciare la FIAT che ha imposto la rinegoziazione del contratto di lavoro al fine di destinare investimenti a Pomigliano, che è notoriamente terra felice ricca di opportunità e civiltà.

Addirittura, per la FIOM è attacco al diritto del lavoratore mosso dall’infame che è ovviamente nella dirigenza della FIAT e dei sindacalisti che hanno firmato l’accordo.

Certo, in quelle terre un investimento di 20 miliardi di euro non fa la differenza e si può anche rinunciarci per garantire il diritto dell’operaio. Tanto l’alternativa c’è.

Mica una parola sul fatto che, tolta la FIAT che non intacca i diritti costituzionalmente garantiti ma semplicemente rinegozia gli accordi firmati con i sindacati nel 2008, rimane l’altra organizzazione a gestire il mercato del lavoro. Si chiama camorra e si rifà alle regole della criminalità organizzata. Regole non codificate ma scritte col sangue, degli operai e delle loro famiglie.

Viva la FIOM, Federazione Italiana Operai Minchioni che ancora ci credono.

Luca Procaccini

lunedì 11 ottobre 2010

Marcegaglia sotto indagini per la vicenda “P3”?

La perquisizione al Giornale è nata da un’intercettazione tra un giornalista e il braccio destro del capo di Confindustria. L’ipotesi di reato è quella di violenza privata fatta da quelli del giornale alla Marcegaglia. Ma per quest’ipotesi di reato non è possibile intercettare conversazioni, e comunque tutti dicono che il telefono ascoltato era quello del collaboratore di Emma e non quello del collaboratore di Feltri. Fin qui, tutti d’accordo. E tutti d’accordo anche sul punto che si deve capire se il giornalista stesse facendo il cazzaro o stesse esercitando pressioni indebite.

Ma lo strano è che nessuno si chiede se facesse sul serio o cazzarava pure il fido della Marcegaglia quando diceva al giornalista che “…ci sono sovrastrutture che passano sopra la mia testa… ma tu non sai che c’è altro in giro …allora il cerchio sovrastrutturale va oltre me…” e poi “… ci sono quelli che erano dietro la D’Addario…  secondo te chi c’è dietro Fini?…”. E ancora “… voi siete relegati lì, in via Negri senza comprendere, capire che non esiste solamente la politica Fini, la politica Casini … il cerchio sovrastrutturale va oltre me,va oltre Feltri, va oltre Berlusconi. Va oltre…”.

Sti cazzi questo scontro tra cazzari. Però, se per qualcosa del genere è nata un’indagine denominata “P3” sui presunti tentativi di figuri di dubbia influenza d’interferire sui poteri dello Stato, e ci ricordiamo che il telefono sotto controllo è quello del braccio destro della Marcegaglia che non è l’ultimo pirla, il dubbio c’è: sarà mica che la Marcegaglia c’entri qualcosa con quelli della “P3”?

Luca Procaccini

domenica 3 ottobre 2010

La barzelletta di Berlusconi e quella di Fini

La barzelletta blasfema raccontata dal Premier è finita piratescamente su YouTube. Coro unanime di sdegno degli alti papaveri. Giusto, mai si deve offendere la sensibilità religiosa del popolo, neanche per scherzo.

Pochi giorni prima, volutamente, su YouTube è finita la barzelletta raccontata dalla terza carica dello stato sulla casa di Montecarlo. Un’altra bestemmia per il 98% dei 58 milioni d’italiani che si fanno un cuore così per comprarsi casa. Ma gli alti papaveri, tutti da contarsi nel rimanente 2% dei 58 milioni d’italiani, non hanno neanche arricciato il naso a fronte di tale inopportuna favola raccontata.

Eppure  la casa è un valore sacro per l’italiano medio, e dire che una casa al centro di Montecarlo vale quanto una casa in provincia di Milano è un’altra offesa per la sensibilità sia laica sia religiosa.

Due barzellette. Con la prima, qualcuno ha riso e molti si sono dispiaciuti. Con la seconda, nessuno ha riso e tutti si sono incazzati. Ma non è l’unica differenza perché il Premier voleva far ridere mentre la Terza carica dello Stato voleva farci fessi.

Luca Procaccini

Gianfranco Fini: un risultato eccezionale oltre ogni aspettativa

Fini è un uomo che stupisce da quando è sulla scena politica. Quindi, ce lo si poteva aspettare da un uomo eccezionale un risultato eccezionale. Ma è stato fatto il miracolo.

Quando qualche mese addietro il ministro Scajola si dimetteva dall’incarico perché non aveva idea di chi gli aveva pagato la casa, e c’informava d’aver solertemente incaricato gli avvocati per scoprirlo, 58 milioni di italiani hanno pensato che una pirlata così non s’era mai sentita. In ogni caso, il propalatore di pirlate lasciava l’incarico e spariva.

Da due mesi a questa parte, contro ogni evidenza e buon senso, Fini vuole farci credere che l’immobile di Montecarlo venduto a prezzo stracciato dal Partito a società, costituita ad hoc per mascherare il reale titolare della proprietà, è poi finito casualmente nella disponibilità del cognato. Senza che lui ne avesse mai saputo niente.

Fini è riuscito a riabilitare Scajola che, fatta la pirlata, si è prima dimesso e poi eclissato, ma nessuno l’ha apprezzato. Ora, con Fini  che nega l’evidenza e non molla la poltrona anche Scajola appare sotto nuova luce. Un miracolo, sembra addirittura un signore a confronto.

Luca Procaccini