giovedì 28 gennaio 2010

Dopo il blocco del traffico e l’Ecopass per il diesel Euro 4, a Milano si propone la soluzione all’inquinamento atmosferico

Da anni è partita la crociata contro auto e moto vecchie, e c’è chi ringrazia. Ma non per la qualità dell’aria. Quindi negli anni il blocco del traffico in alcune fasce orarie, poi blocco totale, per l’Euro 0, 1 e 2. E a ringraziare sono sempre gli stessi. Ma non per la qualità dell’aria.

Arriva l’Ecopass a Milano.  E a ringraziare s’aggiunge qualcun altro ai soliti noti. Ma non per la qualità dell’aria. Capitava anche che l’introduzione dell’Ecopass coincidesse con la stagione più piovosa degli ultimi anni e l’aria si nettava. Ed era ringraziamento pure per il culo per la congiuntura astrale.

Ora c’è addirittura il pagamento dell’Ecopass delle auto Euro 4 diesel, e blocco del traffico per la domenica. E ci sono i soliti che ringraziano, ma anche quelli che ballano. Che sono quelli che dovrebbero preoccuparsi della qualità dell’aria e confidano nella danza della pioggia.

Luca Procaccini

lunedì 25 gennaio 2010

Vendola e le Primarie contro del PD

In Lombardia con Penati, tutti d’accordo, niente Primarie e candidato alla carica di Presidente della Regione calato dall’alto.

Nel Lazio con Bonino, tutti dormienti, niente Primarie e candidato scelto dai Radicali con accodamento tardivo del PD.

In Puglia con Boccia, tutti spocchiosi a far le Primarie per silurare il candidato uscente Vendola e poi la trombata massima del PD.

Quindi, altro che strumento di democrazia interna. Le Primarie o sono kermesse mediatica com’è stato con Veltroni, o si fanno contro com’è stato per Vendola.
 
Luca Procaccini

Processo breve e PD: la proposta della Finocchiaro

Il Processo breve approvato in Senato è una tragedia per il sistema giustizia. Per salvare Berlusconi si sfascia tutto. Questa in sintesi la posizione espressa dalla Finocchiaro per commentare il varo del processo breve dal Senato. Eppure, Finocchiaro quando era in maggioranza con Prodi al Governo propose disegno di legge che porta il suo nome: due anni per le indagini preliminari, due dalla chiusura delle indagini e fino all’apertura del primo grado di giudizio, due per il primo grado, altrettanti per il secondo ed altri due per il terzo grado. Senza limitazione per reato e per pena astrattamente applicabile.

La differenza della proposta Finocchiaro col processo breve approvato dal Senato è nel fatto che l’idea finocchiara sarebbe stata ancor più drastica nel sanzionare le lungaggini dei procedimenti, e senza differenziazione alcuna delle tipologie di reato.

Però quanto fatto oggi in Senato, seppur in scia col finocchiaro progetto ed in maniera più restrittiva, è una tragedia epocale per la giustizia.  E allora, è contraddizione della Finocchiaro o è la Finocchiaro che vuole infinocchiarci?

Luca Procaccini

sabato 16 gennaio 2010

Foto di Di Pietro con Contrada e Mori, atti di indagine salvano Di Pietro dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa?

Foto di Di Pietro con Moro e Contrada, rispettivamente assolto dall’accusa di favoreggiamento alla mafia e condannato per mafia, ipotesi di connivenza a carico dell’uomo e denuncia di complotto di Tonino. Per la verità, il Codice penale punisce l’associazione a delinquere di stampo mafioso, che consiste nell’associarsi con altri per compiere nel tempo delitti utilizzando gli strumenti tipici della mafia. Quindi, per essere indagati si dovrebbe essere accusati, e dovrebbe offrirsene la prova, di essere in accordo con altri per compiere reati utilizzando il metodo mafioso. Se manca l’accordo in tal senso, in caso di commissione di un reato può esserci la punizione per questo ma non anche la pena per aver fatto parte del sodalizio criminoso.

Questo è, ma anche se non alberga nel Codice penale, nelle aule di giustizia è stato coniato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Costruzione giuridica per motivare la condanna per il reato codificato anche nei confronti di chi non è accusato di aver partecipato al sodalizio criminoso per commettere reati nel tempo con lo strumento tipico del mafioso. Quindi, quando non c’è la prova per il reato così come normato dal codice, c’è l’ipotesi di condanna per aver concorso dall’esterno all’associazione. Praticamente, è costruzione per affibbiare la pena per il grave reato anche a chi non è stato provato d’aver fatto parte del sodalizio criminoso, ma semplicemente perché in qualche modo può dimostrarsi d’averci avuto a che fare.

E allora anche la foto con appartenenti al sodalizio criminoso può essere una prova di connivenza, ma Di Pietro spiega le riproduzioni fotografiche ricordando d’essere stato Pubblico ministero che s’è servito della Polizia giudiziaria per le sue indagini e, quindi, d’aver potuto servirsi dei due perché erano appartenenti, poi in sospetto di mafia, ai corpi delle Forze dell’ordine.

Vero, com’è vero che Andreotti s’è sparato dieci anni di processo come imputato di concorso esterno in associazione mafiosa perché s’è detto che frequentava appartenenti alle cosche con tanto di baci a suggellare gli accordi. Ma Giulio non ha potuto motivare le sue frequentazioni siciliane semplicemente perché come uomo delle istituzioni inevitabilmente aveva a che fare con la varia umanità e, grazie all’aver conservato metodicamente agende e appunti di decenni prima, provò che mai ci furono appuntamenti e baci nei luoghi e nelle date indicate dai pentiti. E fu assoluzione giusta e sacrosanta.

Ma Di Pietro è più fortunato di Andreotti perché questo ha avuto dalla sua agende private mentre per Tonino ci sono gli atti con i quali avrebbe delegato indagini a Mori e Contrada. Atti pubblici che non possono essere andati smarriti.

Se del caso, per Tonino un gioco da ragazzi difendersi dall’infamante accusa.

Luca Procaccini

lunedì 11 gennaio 2010

Meteo: in arrivo gelo, pioggia e neve. Una nuova tesi spiega tutto

Pioggia e vento. Tuoni e fulmini. Freddo, ghiaccio e neve. Discutono gli scienziati se l’ecosistema è irrimediabilmente compromesso per colpa dell’effetto serra e del costante innalzamento della temperatura del pianeta.

Sarà mica perché è inverno?

Luca Procaccini

sabato 9 gennaio 2010

Di Pietro indagato dalla Procura della Repubblica di Milano: spazzatura da cestinare?


Pende un ricorso rivolto al tribunale civile di Milano per chiedere la nomina di un liquidatore dell’«associazione Italia dei Valori» in quanto soggetto giuridico non legittimato a percepire i milioni di euro di fondi elettorali destinati ai «partiti», e non certo alle «associazioni di famiglia» come sembrerebbe essere quella di Di Pietro. La questione verte sui rimborsi elettorali che, è noto, sono fondi pubblici destinati ai partiti.

Secondo Veltri, ex socio del Tonino nazionale, Antonio Di Pietro, oltre al partito "Movimento Italia dei valori", ha costituito l'"Associazione Italia dei valori", composta da lui stesso, dalla moglie Susanna Mazzoleni e dall'onorevole Silvana Mura. Stando a quanto rappresentato da Veltri al tribunale civile di Milano, in occasione del processo intentato per ottener giustizia sul riparto dei rimborsi elettorali, a richiedere, incassare e gestire i rimborsi del “Movimento politico” (e sostituendosi a esso) sarebbe in via di fatto l'"Associazione" di famiglia, attraverso la deputata-rappresentante legale Silvana Mura. Il “tesoriere” dell'associazione di famiglia, sempre per statuto, richiede i rimborsi elettorali e “li introita (…) per conto dell'Associazione” e cura la tenuta dei registri contabili “dell'Associazione e del Partito”. Sicuramente un rompicapo.

Come andrà a finire la causa civile lo sapremo poi, ma il fatto che il presidente del tribunale di Milano, Livia Pomodoro, trasmetta d’ufficio il fascicolo alla Procura della Repubblica, competente per le indagini penali per accertare eventuali commissioni di reati, sarebbe la notizia del giorno.
Invece la notizia è che il magistrato presidente di tribunale, già presidente del tribunale dei minori e docente presso l’università Cattolica, probabilmente dice pirlate, o così almeno intende la Procura che ha ricevuto il plico. Infatti, la Procura della Repubblica può registrare le notizie di reato a “modello 45” o  a “modello 21”. Modelli di registrazione rispettivamente per le notizie di reato apparentemente prive di fondamento, e per le notizie di reato che invece non appaiono prive di fondamento.

La pirlata però non è di poco conto perché, pur esistendo già denuncia di Veltri per i medesimi fatti iscritta a “modello 45”, nel ricevere notizia di reato, per quanto inverosimile che l’abbia sparata grossa proprio quel magistrato, l’iscrizione di reato a oggi resta a “modello 45” e non necessita neanche di essere archiviata, e quindi controllata dal giudice delle indagini preliminari. Il pubblico ministero potrà semplicemente cestinarla. Finirà così?

Luca Procaccini

venerdì 8 gennaio 2010

Il PD in versione centrosinistra, e i risultati del laboratorio Iervolino. Conferme a tutto campo

Un anno fa il sindaco di Napoli, per giustificare l’attaccamento alla poltrona, invece delle dimissioni quale epilogo dello scandalo giudiziario per la vicenda dell’appalto ultramilionario che riguardava la manutenzione delle strade (portò agli arresti quattro dei suoi assessori della presente giunta come di quella del precedente mandato elettorale), ci venne a dire che Napoli è un valido laboratorio sperimentale per il centrosinistra. Quindi, niente dimissioni ma semplice rimpasto e giunta Iervolino che andò avanti imperterrita per la sua strada.

Un anno dopo, il risultato fornito dall’assessore al bilancio Realfonzo: “…alcuni settori del PD napoletano usano le aziende comunali come macchine per il consenso … mi è stato impedito di fare chiarezza … il PD mi isolò…”. E la Procura della Repubblica di Napoli, come la Corte dei Conti, starebbero nuovamente indagando sulla Giunta Iervolino.

A un anno dall’inchiesta “magnanapoli", l’esperimento della Iervolino conferma l’assunto. Quello della Procura però.

Luca Procaccini

venerdì 1 gennaio 2010

Ciancimino Jr., il papiello, l’accordo mafia-Stato; Berlusconi; Santoro. A qualcosa è servito

Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo Vito, condannato in primo grado a 5 anni e 8 mesi s’è visto scontare in appello la pena a 3 anni e 4 mesi di carcere per riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Quindi, è stato assolto dall'accusa di tentata estorsione e gli hanno concesso le attenuanti generiche.

Tra il primo e secondo grado qualcosa è cambiato, e tutti l’abbiamo notato. Comparsate nei programmi di Santoro a svelare misteri, puntate nelle Procure italiche con papielli da depositare e dichiarazioni da effettuare per rendere giustizia. Al momento mancano riscontri ma ci sono incoraggiamenti.  Due anni e quattro mesi in meno da scontare.

Col terzo grado, se s’impegna, giustizia è fatta. La sua.

Luca Procaccini