sabato 20 dicembre 2008

Romano La Russa è tornato più forte che mai


Fra poco compirà gli anni e noi vogliamo essere i primi a fargli gli auguri: Romano Maria La Russa, nato a Paternò (Catania) l'11 gennaio 1952, è stato consigliere comunale di Cinisello Balsamo e di Sesto San Giovanni (entrambi in provincia di Milano), consigliere regionale della Lombardia (dal 1995 al 2004) e capogruppo di Alleanza nazionale alla Regione. Proprio a cavallo della fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo millennio, Romano ha dato il meglio. Il suo nome riecheggiava spesso nei tg regionali e appariva sovente sui quotidiani.

Ma poi è diventato deputato del Parlamento europeo (eletto nel 2004 per la lista di Alleanza Nazionale nella circoscrizione nord-ovest, con 66.000 preferenze), iscritto al gruppo Unione per l'Europa delle Nazioni: quando si occupava di grandi problemi del mondo, di lui non si avevano più notizie. Adesso, è assessore all'Industria, Pmi e Cooperazione della Regione Lombardia. E torna a far parlare di sé, specie per i fondi che vuole stanziare a favore dell'industria della moda. Per lui, un compito arduo: nonostante la crisi economica mondiale, gli tocca azzeccare provvedimenti che portino buoni risultati. Non vorremmo essere nei suoi panni. Però Romano in passato ci ha sempre sorpresi...

[foto via flickr.com/photos/chanchan222]

Luca Procaccini

Da Luxuria ad Alba Parietti, la sinistra si sotterra da sé


Berlusconi non si affanni a cercare candidati all'altezza per le prossime elezioni. Non è necessario costruire un'altra squadra di Governo che faccia presa sulla gente. Perché dall'altra parte il nemico si sta facendo male da solo.

Ricordate Luxuria? Alle elezioni politiche del 2006, Vladimir ha ottenuto il primo mandato parlamentare, assicurandosi l'elezione alla Camera dei deputati nella circoscrizione Lazio 1, come indipendente nella lista di Rifondazione Comunista. Dal 6 giugno 2006 ha fatto parte della VII commissione (cultura, scienza e istruzione). Lasciando un segno indelebile nella mente degli italiani. Tanto da essere stroncata senza pietà alle elezioni successive.

Adesso è il turno della Parietti, che intende diventare leader della sinistra. Si accomodi. Almeno toglierà un po' di spazio a Veltroni in tv: insomma, l'Alba è pur sempre un bel vedere rispetto al Walter nostro. Sulle critiche riguardo alla sua idea ha dichiarato: "Mi devono spiegare al di là della criminalizzazione delle mie tette rifatte da dove nasce il loro sdegno. Queste reazioni snob contro la soubrette mi lasciano perplessa e mi offendono. E mi convincono ancora di più a trasformare quella che era una provocazione in un proposito molto serio".

In realtà, da queste parti non c'è sdegno. Al contrario, si festeggia. Prego, signora Parietti.

[foto via albaparietti]

Luca Procaccini

lunedì 1 dicembre 2008

Assestamento di bilancio: Cinisello Balsamo (Milano) si complica la vita da sola

Domanda: un momento tecnico-burocratico (l'assestamento di bilancio di fine anno) può essere fonte di tensione? In teoria, no. Nella realtà, ci sono Giunte comunali che si complicano la vita da sé. Prendiamo quella di Cinisello Balsamo (Milano). Non tutto quadrava. Risultato: il Consiglio è stato costretto a riunirsi, il 30 novembre 2008 (ultimo giorno utile per l'assestamento di bilancio), cioè di domenica, per votare il documento.

Ha fatto bene, allora, Sandro Sisler (consigliere di Alleanza Nazionale d'opposizione) a salutare tutti e ad andare a gustarsi la partita dell'Inter, commentando in Consiglio comunale: "In un Comune dove il sindaco è di Rifondazione comunista e dove la sinistra ha una maggioranza schiacciante, ci si riduce all'ultimo per approvare l'assestamento di bilancio. Inconcepibile. Meglio andare a San Siro".

[foto via flickr.com/photos/roomiccube]

Luca Procaccini

Santanché, giochiamo a dire, fare, baciare?


“Scegliere. Decidere. Risolvere.”. Uhm... questo slogan che potete leggere sui manifesti del “Movimento per l’Italia”, come ultima trovata politica di Daniela Santanché, mi ricorda qualcosa.... Vediamo: ah sì, “Dire. Fare. Baciare.”, ossia il famoso giochino dell'infanzia.

Mi sbaglio? Mah... può darsi allora che lo slogan della Santanché voglia fare il verso a qualcos'altro... Non mi sovviene.

Alla fine, però, ho pensato questo: non sarà mica la scimmiottatura di “Credere Obbedire Combattere”?!

[foto via danielasantanche.com]

Luca Procaccini

domenica 30 novembre 2008

Destra, sei proprio inconcludente. Meno male che...


Non c'è niente da fare. Il suo difetto la destra se lo porterà dietro per sempre: è inconcludente. Prendiamo i signori che vedete in foto. Suvvia, lo sanno tutti che, dietro un fiume di parole che esce dalle loro bocche, raramente esce un fatto concreto. Per fortuna che c'è la sinistra. Lei sì che è concludente. Infatti, ogni volta che un suo esponente va in tv a sostenere la solita litania (il programma del Governo non è condivisibile, gli aiuti economici per aiutare le famiglie in difficoltà sono insufficienti eccetera), allora ecco che migliaia di voti in più arrivano a quegli inconcludenti di destra. Fortunelli.

Luca Procaccini

lunedì 24 novembre 2008

La sinistra a Milano: che vada a pedalare


Lo slogan dice "Nasce un nuovo mezzo pubblico: la bicicletta", ma la sinistra di Milano non gradisce. Il bike sharing avrà 65 stazioni e 800 bici nei Bastioni, seguendo i modelli europei (Lione, Parigi, Barcellona), con un sistema semplice: card elettroniche, tariffa annuale da 25 euro, primi 30 minuti gratuiti e 50 centesimi ogni mezz'ora successiva (fino a un massimo di due ore). Quella delle prossime settimane (tempo permettendo) è soltanto una prima fase del progetto che sarà completato nel 2009. Eppure, la sinistra piange. La ragione? Ci sono poche piste ciclabili. Già, come se fosse possibile crearle dall'oggi al domani, in una città che non ha le strade larghe come quelle di Los Angeles.

Il programma del Comune di Milano prevede che i chilometri totali di piste ciclabili saliranno a 120 nel 2011 e a 250 nel 2015. Ma non basta: c'è chi vorrebbe centinaia di chilometri tutti e subito. E invece la strada intrapresa è quella giusta: che i milanesi comincino a prendere confidenza col servizio; che si controlli quante bici vengono rubate e quante danneggiate; che si verifichi se prende piede e se viene metabolizzato dai cittadini. La confidenza col servizio aumenterà col numero di chilometri di piste ciclabili.

[foto via flickr.com/photos/vrogy]

Luca Procaccini

domenica 23 novembre 2008

Un tetto caduto sulla testa della sinistra

Una strumentalizzazione al giorno: ecco la ricetta di lunga vita della sinistra di Veltroni. Che ha fatto del proverbio "Piove: Governo ladro" il proprio slogan per la sopravvivenza. Il caso di utilizzo di un evento drammatico per dar contro l'altra parte politica è il crollo della scuola di Rivoli, a Torino. Ex e neo comunisti ce l'hanno messa tutta per far passare il messaggio: se gli istituti scolastici cadono a pezzi, la colpa è di Berlusconi. Il motivo? Non investe denaro per costruire scuole decenti o per ristrutturare quelle fatiscenti. Resterebbero due piccoli problemi: primo, che il compito di valutare la condizione di quegli edifici spetta agli Enti locali, le Province anzitutto; secondo, che i denari per migliorare gli istituti non possono spuntare dal nulla.

Lo Stato è indebitato fino alla gola, è necessario effettuare tagli ovunque. Magari i quattrini per tirar su scuole adeguate si potrebbero ricavare proprio grazie ai tagli della riforma Gelmini. Però no, neanche questa proposta va bene alla sinistra. Allora si vogliono mantenere in piedi privilegi di casta che comportano spese, e allo stesso tempo si esigono altri investimenti massicci. Si vuole tutto e subito da Berlusconi, contro il quale viene usato qualsiasi evento quotidiano: dal caso Rai al tetto di una scuola che crolla fino al prossimo incidente automobilistico in autostrada. È una sinistra allo sbando, come un esercito in fuga che spara alle galline.

Luca Procaccini

sabato 15 novembre 2008

Berlusconi, come osi aspettare Obama alla prova dei fatti?!



Oh mamma, ne ha detta un'altra delle sue, Berlusconi. Si è addirittura concesso la frase: "Aspetto Obama alla prova dei fatti". Apriti cielo, adesso chissà quante critiche pioveranno addosso al presidente del Consiglio. Del tipo: "Ma come ti permetti?". "È un'espressione razzista". "Qualunquista, politicante". "Manca di rispetto verso l'uomo nuovo (Obama)". "Pensi ai fatti suoi, piuttosto".

Per la precisione, ha dichiarato Silvio, in occasione del G20 di Washington: "È evidente che bisogna aspettare prima di dare giudizi o esprimere dubbi, sulle proposte di Obama e il team che sceglierà. Vediamo come sarà l'impatto con la realtà, perché un governo non può esimersi da scelte compromissorie". Traduzione: un conto sono i progetti (sempre affascinanti) e i discorsi (vedi quello alla nazione nel video su), un altro misurarsi con una realtà durissima, che vede il pianeta in profonda crisi economica.

Luca Procaccini

Sentenza G8: la noiosissima sinistra verserà lacrime addosso a tutti

Assolti i vertici della Polizia per i fatti del 21 luglio 2001 nella scuola Diaz durante il G8 di Genova: Giovanni Luperi (attuale capo del Dipartimento di analisi dell'Aisi, ex Sisde); Francesco Gratteri (attuale capo dell'Anticrimine), Gilberto Calderozzi (attuale capo dello Sco). Già dentro l'aula, le prime reazioni di parte del pubblico: "Vergogna, vergogna", in riferimento alla sentenza. Ed è soltanto l'inizio. Vedrete che la sinistra occuperà giornali e tv, come al solito, per piangere su quanto hanno deciso i giudici.

Invece, come al solito, verrà steso un velo pietoso su quanto i ragazzotti rossi hanno combinato i giorni del G8 di Genova: devastazioni, incendi, una città messa a soqquadro. Che importa? Adesso conta dare addosso alla Polizia. E soprattutto alla sentenza.

Strano, proprio contro quei giudici ai quali si aggrappano per tentare di spodestare il centrodestra, proprio contro i togati ora arriva l'anatema dei sinistroidi.

[foto flickr.com/photos/gaetanlee]

Luca Procaccini

Altro che nuova: l'Unità è rimasta al 1924

Sul proprio sito, l'Unità si pubblicizza spacciandosi per "nuova" e "rivoluzionaria". In realtà, basta dare un'occhiata al titolo dell'articolo in alto per capire che è rimasta al 1924: "Alitalia, il governo ne approfitta: stretta sugli scioperi". Ne riporto qualche stralcio: Durissimo il ministro del Welfare Sacconi, che ne approfitta per ricordare la necessità di una legge che regolamenti gli scioperi. Capito? I lavoratori Alitalia fanno il bello e il cattivo tempo, paralizzano uno scalo, ma qui di durissimo c'è soltanto il ministro, secondo l'Unità. Neppure un minimo di critica verso i sindacati autonomi e chi li segue.

Perché tutto viene sacrificato in nome del sacro sciopero. Sull'Unità, della linea di discriminazione della legittimità di uno sciopero - che risiede nel principio giurisprudenziale della proporzionalità tra l'astensione ed il danno recato al datore di lavoro - neanche l'ombra. Del fatto che il diritto di sciopero sia sì garantito dalla Costituzione italiana ma che, con riferimento ai servizi di pubblica utilità (come trasporti e sanità), venga regolamentato dalla legge (ne stabilisce le modalità e i tempi sanzionando eventuali violazioni) non si parla. Che in alcuni servizi di interesse pubblico (vedi trasporti), lo sciopero possa essere annullato di fatto tramite la precettazione da parte delle autorità di pubblica sicurezza, non si dice. L'Unità ha dimenticato tutto.

La posizione dell'Unità sullo sciopero Alitalia è così smaccatamente di parte che farebbe rabbrividire perfino i più duri sindacalisti inglesi del 1800. Il quotidiano fondato da Gramsci commuove: neppure Germinale di Émile Zola ha raccontato lo sviluppo del movimento sindacale in una miniera di carbone con tanta passione. È un interessante passo indietro nei secoli quello che sta attuando il direttore Concita De Gregorio. Metterebbe i brividi a Karl Marx.

Luca Procaccini