giovedì 28 maggio 2009

Il ministro Brunetta è sconfitto dalla storia

Ieri Starace, segretario del Partito Nazionale Fascista, istituiva anche per i gerarchi del Partito periodiche manifestazioni ginnico-acrobatiche: prevedevano l'esibizione in esercizi di prestanza e agilità sul tipo del salto nel cerchio di fuoco.

Oggi Brunetta lamenta la panza degli operatori di pubblica sicurezza e li vuole in forma per pattugliare le strade. E non alla scrivania a macinar scartoffie.

Il regime fascista non c’è più, e quello berlusconiano non ci sarà mai. Ma la costante è sempre quella, col Duce o in democrazia, l’impiegato s’imbosca.

La battaglia è persa in partenza. Ditelo a Brunetta.

Luca Procaccini

lunedì 25 maggio 2009

Noemi e le migliori performance di Berlusconi

Hanno glissato sul Democratico Presidente americano che si faceva lisciare la maniglia dalla Stagista. Hanno esaltato la Democratica moglie del Presidente americano che ha coperto l’uso improprio del sigaro fatto dal marito con la pulzella, per fortuna mentre era spento, oltre che la fellatio definita pratica non assimilabile al tradimento. Poi, non contenti della saga della famiglia Clinton, hanno normalizzato un approccio col meretricio del Democratico italiano Sircana, allora portavoce di Prodi e ora Senatore della Repubblica in quota PD, pure se all’apparenza le foto scattate parevano raffigurarlo con un’esercente l’antico mestiere dotato dell’attrezzo anziché delle cose giuste al posto giusto. È storia.

Ora però vogliono sapere se Silvio frequentava Noemi e a che titolo. Più precisamente, vogliono dimostrare che Silvio ha condotte moralmente censurabili e, sperano, penalmente sanzionabili. Trastullarsi una minorenne è reato, se non sei più o meno suo coetaneo, e Noemi minorenne con Silvio ultrasettantenne fa violenza sessuale per il codice penale. Della prova neanche l’indizio, ma per vincere un’elezione val bene un’insinuazione.

Luca Procaccini

giovedì 21 maggio 2009

Berlusconmills condannato, finalmente

Più di 100 procedimenti e oltre 900 magistrati che si sono occupati di lui e del suo gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2560 udienze in 14 anni e fiumi di soldi anche per consulenti. Ma finalmente è fatta. Berlusconi condannato, per interposta persona almeno.

E mica è un problema se nella sentenza si legge anche che Berlusca è stato compagno di merende di Mills per i fatti del processo per la corruzione della Guardia di Finanza. Processo, questo, per il quale c’è stata la notifica dell’avviso di garanzia a Silvio, a mezzo Corriere della Sera con grama figura in mondo visione perché presiedeva la conferenza internazionale sulla criminalità, e sentenza di assoluzione della Cassazione. Ma che importa, quel che conta è il risultato.

Luca Procaccini

martedì 19 maggio 2009

G8 dell’Università. Trovata la soluzione e finiti gli scontri

Ad azione reazione, è una legge della fisica. E così, alla celebrazione del G8 deve esserci necessariamente guerriglia, devastazione, ferimento e, qualche volta, uccisione. Non è una legge della fisica ma un impulso degli astanti che, senza neanche saper perché, quando c’è il G8 si radunano e spaccano tutto, anche i maroni della povera cittadinanza che ospita l’assemblea.

Fa nulla che è il G8 dell’Università, slogan contro la crisi e via a menar le mani. È un istinto naturale. Semplice la soluzione proposta per placare le menti semplici. Non più G8 in giro per il mondo, di nessun tipo, neanche dell’Università. Ora si fanno solo gli F7 e gli H9.

Il popolo bue dei contestatori, cambiata la formula, non subirà l’impulso irrefrenabile che il suono “G8” fa transitando per le orecchie e, finalmente, rimarrà cheto a pascolare. E noi potremo conoscere gli esiti degli incontri senza dover metter mani al portafogli per porre rimedio al desolante esito del passaggio della mandria.

Luca Procaccini

domenica 17 maggio 2009

Operai della FIAT. Non fessi

Incassati gli incentivi alla rottamazione reclamati al governo pochi mesi fa sotto la minaccia della cassa integrazione di massa, la FIAT investe in America e prova il colpo in Germania. In Italia, neanche gli spiccioli, e serpeggia il timore delle ristrutturazioni specialmente negli stabilimenti di Termini Imerese e Pomigliano d’Arco. Vabbè che il mondo s’è sempre distinto in due categorie ben definite, quelle dei mettinculi e quelle dei piglianculi, e che gli operai consapevolmente appartengono storicamente a quest’ultima categoria, ma monta la rabbia.

Quand’è troppo è troppo, se incassi gli incentivi e guardi oltre confine per investire fai proprio imbestialire. E la FIAT ha sempre fatto così, privatizza gli utili e socializza le perdite. Piglianculi unitevi, chiedete per il futuro incentivi solo per le aziende che non possono delocalizzare. E in Italia ce ne sono tante, basti pensare al settore del turismo. Se lo Stato finanzia alberghi, pensioni e strutture turistiche in genere, state certi che gli investimenti rimangono in Italia. Non è difficile.

Luca Procaccini

No ai respingimenti. Sì alla tratta degli schiavi

L’Italia scoppia perché arrivano dal mare migliaia di migranti l’anno. È un fatto degli ultimi 15 o 20 anni.

L’Italia chiede, e non ottiene, supporto e aiuto dall’Unione Europea. Staremo pure formando lentamente un’unione di Stati sovrani in organismo sovrastatale, ma per il momento ognuno per sé e Dio per tutti. Almeno in materia di immigrazione clandestina; perché in fatto di misurazione di zucchine e cetrioli lavorano tutti unitamente e alacremente.

L’Italia applica la politica dei respingimenti prima dell’ingresso sul suolo patrio, e lo fa da anni se anche Fassino e D’Alema hanno ricordato d’aver praticato lo strumento quando erano al governo con Prodi, ma l’ONU sfodera l’asso dalla manica: la Convenzione di Ginevra del 1951. Quindi, "l’Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento" e la "nuova politica inaugurata dal governo si pone in contrasto con il principio del non respingimento sancito dalla Convenzione di Ginevra del 1951, che trova applicazione anche in acque internazionali”. Pertanto, il governo italiano "riammetta sul proprio territorio" i migranti che sono stati rinviati in Libia, confermando che tra loro vi sono "persone bisognose di protezione".

Geniale, la società si evolve e i fenomeni migratori in così massicce forme sono dell’ultimo ventennio ma non importa. Già fortunati che non sia un regio decreto a regolamentare la materia. C’è addirittura una convenzione a dettare i princìpi, fa nulla se è vecchia di 58 anni e se non è saltata fuori quando Prodi respingeva e Zapatero sparava. Era così che si facevano le verifiche dei requisiti per l’ammissibilità a forme di protezione dei migranti che, se rimandati a casa, rischiavano.

Insomma, che nulla cambi. Anche se palesemente è in atto una moderna tratta degli schiavi.
ONU e Unhcr, un consiglio. Invece di combattere gli acari della polvere per trovare negli archivi convenzioni di oltre cinquant’anni fa, cercate di combattere il fenomeno tragico del mercato della carne umana sulle rotte della disperazione. Magari con l’apertura degli uffici necessari per la verifica dell’esistenza dei requisiti per ottenere diritto d’asilo, ma al Paese di partenza e non a quello d’approdo. E se la Libia diviene collaborativa grazie ai buoni uffici del governo italiano, è su quel tavolo che si gioca la partita.

Tutto qui, un po’ di burocrazia a Tripoli e niente barche per mare. Non è difficile, e non fa nulla se non è scritto su qualche convenzione del secolo scorso.

Luca Procaccini

lunedì 11 maggio 2009

Battisti come Dio

Come nostro Signore può decidere quando farsi rendere l’anima, così Battisti aveva deciso per quelli passati a miglior vita perché lui aveva disposto così.

Come in Italia veniva emessa sentenza di condanna all’ergastolo, così Battisti andava in Francia e diventava scrittore famoso protetto dal Governo locale.

Come in Francia concedevano l’estradizione, così Battisti volava in Brasile e convinceva il governo locale della inadeguatezza e pericolosità del sistema di diritto Italiano.

Come in Brasile si accingono a determinarsi per l’estradizione del terrorista verso l’Italia, così Battisti dice che lì non arriverà vivo perché potrà scegliere il momento della propria morte.

Com’è vero che esiste il delirio d’onnipotenza.

Luca Procaccini

domenica 10 maggio 2009

Berlusconi, le donne, le veline, le stagiste, i trans, il ciarpame e l’elettore

Le bellezze in lista sono la moda degli ultimi tempi. Ce le ha propinate alle politiche il PD con la capolista alla Camera nel Lazio, e il PdL con la Carfagna oggi anche ministro. E alle prossime amministrative, con il candidato Sindaco PD di Firenze ci propinano anche la bella che aveva fatto la “schedina”.

Poi era da farsi la lista dei candidati alle europee e correva voce di altre candidature di tal pregio nel PdL quando Veronica sbottava e annunciava a mezzo agenzia di stampa di volersi separare. Monta lo sdegno. Ma non perché una vicenda familiare triste quanto può essere solo una separazione personale dei coniugi viene trattata dalla separanda come un reality, anzi. Dalle parti del centrosinistra si è tutti sdegnati all’apprendere che la moglie si lamenta del marito perché farebbe il piacione con le donne.

Non basta. Dicono di non volersi interessare delle faccende intime e familiari del Premier, però sono certi che l’elettore saprà valutare l’uomo quando sarà l’ora di votare.

Spettacolare. Hanno glissato sul Democratico Presidente americano che si faceva lisciare la maniglia dalla Stagista. Hanno esaltato la Democratica moglie del Presidente americano che ha coperto l’uso improprio del sigaro fatto dal marito con la pulzella, per fortuna mentre era spento, oltre che la fellatio definita pratica non assimilabile al tradimento. Poi, non contenti della saga della famiglia Clinton, hanno normalizzato un approccio col meretricio del Democratico italiano Sircana, allora portavoce di Prodi e ora Senatore della Repubblica in quota PD, pure se all’apparenza le foto scattate parevano raffigurarlo con un’esercente l’antico mestiere dotato dell’attrezzo anziché delle cose giuste al posto giusto.

Bigotti quantomeno. O ciarpame, direbbe qualcuno. Ma l’elettore ne saprà tener conto.

Luca Procaccini

Alla fine, la Lega è un partito della prima Repubblica

I trattati sottoscritti ai tempi del governo Prodi, quando Fassino era sottosegretario con delega all’immigrazione, prevedevano l’istituto del respingimento alla frontiera per i migranti non autorizzati. Con quei trattati, allora venivano respinti quelli che dall’est volevano venire via terra senza permesso. Poi, cambia il governo e con la Lega al ministero degli interni succede che in applicazione delle medesime norme vengono respinti migranti non autorizzati che vengono via mare. È la prima volta che si riesce a riportarli al porto di partenza, la Libia. È oggettivamente una novità, dovuta anche agli accordi tra i due Stati, e a qualcuno ruga.

La solita solfa da quando la Lega esiste. Razzisti. Ma ormai nessuno più ci casca. Lo dicono i risultati elettorali di quello che doveva essere un partito tribale destinato a durare il tempo di uno starnuto. E allora ecco come delegittimare il Carroccio. A ben pensarci ha eletto il Senatùr quando in Parlamento c’erano il PSI, il PRI, il PLI, il PCI, la DC, l’MSI, il PSDI, i Verdi e i Radicali. Poi arrivò anche la stagione di FI, AN, Udeur, PDS, DS, PdCI, Rifondazione Comunista, Margherita, Ulivo e Unione sempre con la presenza nell’emiciclo della Lega. E di tutto questo non è rimasto più niente.

Quindi la Lega è sì il partito più vecchio che esiste, ma anche l’unico superstite della prima Repubblica. Spargete la voce.

Luca Procaccini

sabato 9 maggio 2009

L’ineccepibile logica seguita da Veronica Lario. Valori senza compromessi

La carriera d’attrice non decolla, anche se si offre il décolleté.

L’imprenditore danaroso non dispiace, anche se ha la fede e porta in dote l’erede.

Il massimo possibile è raggiunto, anche se consiste nel ritiro in esilio dorato.

Questo è se si è donna, soprattutto se si viene dal mondo dello spettacolo.

Altro non è il caso di sperimentare, e non c’è modo di cambiare.

Se poi così non si vuol fare e addirittura ci si vuol candidare, proprio non può andare.

E se tuo marito osa acconsentire, il matrimonio non può funzionare.

Luca Procaccini

mercoledì 6 maggio 2009

La Forleo e i compagni di merende

Stava indagando sulla scalata alla banca fatta da Consorte e, nel luglio 2007, chiedeva al Parlamento di acquisire come prove il testo delle telefonate intercorse tra il Consorte, D’Alema e Fassino perché ipotizzava una guida "anche" politica alla scalata di BNL della quale Consorte sarebbe stato l'esecutore delle volontà politiche dei suoi referenti. Era la famosa conversazione dove il compagno Fassino chiedeva al compagno Consorte se finalmente ce l’avevano la banca.
Stava denunciando «sottili pressioni» che avrebbe subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini nel momento in cui si occupava come giudice del caso Unipol/Bnl.
Stava incassando il diniego del Parlamento all’acquisizione delle intercettazioni telefoniche perché non aveva rilevanza penale la chiacchiera dei compagni dediti alle scalate, quando il Csm la trasferiva da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale.
Pareva tutto finito, poi il Tar del Lazio le dà ragione e dichiara illegittimo il trasferimento da Milano a Cremona.
Ma la notizia non è questa. La notizia è che, seppur la Forleo può pretendere d’essere reintegrata immediatamente nel suo ruolo milanese, s’è riservata di pensarci perché a Cremona, a differenza che a Milano, lavora serenamente senza pressioni.
Dai compagni che programmano scalate bancarie, ai compagni di lavoro che premono.
Povera Forleo, meglio far merenda da soli.
Luca Procaccini