mercoledì 6 maggio 2009

La Forleo e i compagni di merende

Stava indagando sulla scalata alla banca fatta da Consorte e, nel luglio 2007, chiedeva al Parlamento di acquisire come prove il testo delle telefonate intercorse tra il Consorte, D’Alema e Fassino perché ipotizzava una guida "anche" politica alla scalata di BNL della quale Consorte sarebbe stato l'esecutore delle volontà politiche dei suoi referenti. Era la famosa conversazione dove il compagno Fassino chiedeva al compagno Consorte se finalmente ce l’avevano la banca.
Stava denunciando «sottili pressioni» che avrebbe subito da «poteri forti» e di rallentamento delle indagini nel momento in cui si occupava come giudice del caso Unipol/Bnl.
Stava incassando il diniego del Parlamento all’acquisizione delle intercettazioni telefoniche perché non aveva rilevanza penale la chiacchiera dei compagni dediti alle scalate, quando il Csm la trasferiva da Milano a Cremona per incompatibilità ambientale.
Pareva tutto finito, poi il Tar del Lazio le dà ragione e dichiara illegittimo il trasferimento da Milano a Cremona.
Ma la notizia non è questa. La notizia è che, seppur la Forleo può pretendere d’essere reintegrata immediatamente nel suo ruolo milanese, s’è riservata di pensarci perché a Cremona, a differenza che a Milano, lavora serenamente senza pressioni.
Dai compagni che programmano scalate bancarie, ai compagni di lavoro che premono.
Povera Forleo, meglio far merenda da soli.
Luca Procaccini

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