giovedì 29 ottobre 2009

Da Noemi a Marrazzo, la sinistra è in imbarazzo

Tutti ricordano la festa di compleanno di Noemi, e la ridda di voci sui rapporti che avrebbe avuto col premier. Ognuno sa dei ricevimenti a Palazzo Grazioli allietati dalle comparsate offerte da Tarantini, che poi si scoprirono essere prezzolate. Ezio Mauro e tutta la redazione di “Repubblica”, come pure Dario Franceschini e fino all’ultimo simpatizzante del Partito Democratico, un unico sdegnato coro.

Poi, Marrazzo e l’imbarazzo: tutti travolti dallo scandalo trans. A confronto, Berlusconi è un verginello. In senso figurato ma anche letterale.

Luca Procaccini

mercoledì 28 ottobre 2009

Dopo il video di Marrazzo, il documento che inguaia Rutelli

Dopo Marrazzo che andava con Natalie e Brenda, ecco Rutelli che si faceva il partito Radicale, quello dei Verdi, della Margherita e del PD.

Dopo Marrazzo che pagava per andare con Natali e Brenda, ecco Rutelli  che prendeva dal partito Radicale, da quello dei Verdi, della Margherita e del PD.

Marrazzo e Rutelli, due storie di prostituzione dove ognuno prende a suo piacimento.

Luca Procaccini

lunedì 26 ottobre 2009

Marrazzo meglio di Berlusconi. A lui tutta la solidarietà dei compagni di partito

Avrà pure usato l’auto blu per fini privati, mica i voli come Berlusconi. Non importa che la querelle sui voli si è conclusa con un nulla di fatto perché niente di illegale aveva fatto il Berlusca.

Avrà pure ceduto a un ricatto per salvare il salvabile, mica s’è sottratto alle dieci domande come Berlusconi. Fa nulla che queste contenevano già la risposta e che Berlusca ne veniva dipinto come colpevole del misfatto.

Avrà pure preferito accompagnarsi con viados a pagamento, mica come Berlusconi che s’accompagnava e poi altri eventualmente pagavano il prezzo. Fa nulla che da una parte c’è la consapevole forzatura e dall’altra, al massimo, ci sarebbe stato l’inconsapevole assecondamento della natura.

Avrà pure deciso di sospendersi dall’incarico invece di dimettersi, mica come Berlusconi che non ha battuto ciglio ed è andato per la sua strada. Fa nulla che la sospensione per motivi di salute è odioso strumento per non dimettersi e conservare prebende e indennità a consiglieri e assessori che altrimenti le perderebbero se si andasse a elezioni anticipate per dimissioni.

Avrà pure combinato un casino inimmaginabile, ma i compagni sono tutti d’accordo. Solidarietà a Marrazzo sempre e comunque. Perché voltargli le spalle è pericoloso.

Luca Procaccini

Primarie PD: il vincitore è Di Pietro

Franceschini, Bersani e Marino. Ossia,: antiberlusconismo viscerale, ritorno  alle coalizioni con l’ala sinistra e inconsistente tentativo di vendersi per nuovo rispetto agli altri candidati. Questo, in sostanza, il programma dei tre. Nessuno dice che Di Pietro non è mai stato un alleato del PD, ma il suo carnefice. Quindi, nessuno dice che l’abbraccio mortale va sciolto.

Eppure, ogni debito è saldato. È vero: Di Pietro magistrato ha risparmiato il PCI dalle inchieste di Mani pulite, ma è stato prontamente ripagato. Prima con il collegio sicuro al Mugello, che gli rese il posto di parlamentare nella zona più comunista d’Italia. Poi, con il ministero alle Infrastrutture del primo Governo Prodi e, quando fondò il partitello di famiglia, con il Prodi 2 riebbe il ministero. Era reso il favore, secondo i molti, ma quando Walter gli concesse l’alleanza al PD per le politiche del 2008, sempre secondo i molti, questa cambiale non era da pagare. Infine, un anno e mezzo dopo l’abbraccio mortale che è costato consensi e credibilità al PD, nessuno dei candidati alla segreteria dice che deve andare a cagare.

Di Pietro, l’unico vincitore nel Partito Democratico, ma anche dell’Unione, dell’Ulivo e del centrosinistra in generale.

Luca Procaccini

sabato 24 ottobre 2009

Il video di Marrazzo è il lancio pubblicitario di un format televisivo

L’uomo viene da “Mi manda Raitre”, che ora è condotto da un altro giornalista. Le elezioni per la Regione Lazio sono difficili da vincere per il PD e Marrazzo non potrebbe tornare a “Mi manda Raitre”. Come il pallone aerostatico di qualche giorno fa, che catalizzò l’attenzione perché si disse che c’era un bimbo sopra e nessuno a governarlo, anche il video e l’arresto dei carabinieri sono una bufala per lanciare una trasmissione. Da “Mi manda Raitre” a  “Arriviamo noi due: Marrazzo e Natalie”. Il successo è assicurato perché i conduttori sono perfettamente intercambiabili tra loro.

Luca Procaccini

Video di Marrazzo sotto sequestro. Ecco cosa si vede

Abbiamo visto Sircana immortalato a mercanteggiare il prezzo del servigio all’esercente l’antica professione, forse maschio.

Abbiamo letto di quello che avrebbe dovuto essere il nostro RE assiduo fruitore del medesimo servizio, ma solo da femmine.

Siamo venuti a conoscenza dell’Onorevole UDC Cosimo Mele, tutto casa e chiesa, che si trovava tra le mani una squillo in overdose nella stanza d’albergo romano.

Attendiamo gli esiti della tangentopoli pugliese tutta escort e coca, e abbiamo conferma che lo stupratore seriale di Roma era Segretario di sezione del PD.

Non teniamo il conteggio delle pulzelle che avrebbero intrattenuto il Premier, e gli invidiamo il fatto che qualcuno ne avrebbe saldato il conto.

Pensavamo di aver visto tutto, ma opportuno è stato l’intervento dell’Arma. Non si sapeva come l’opinione pubblica avrebbe sopportato la turpe figura. Parrebbe infatti che alcuni fotogrammi del video ritraente Marrazzo lo rappresentino in pedalini turchesi.

E allora propizio fu il sequestro. Non ce la potevamo fare un’altra volta in così poco tempo a sostenere l’immagine.

Sandro Sisler

martedì 20 ottobre 2009

Brogli, attentati e votazioni. Se questa è democrazia da esportare

Tessere false e brogli elettorali. Criminalità organizzata e omicidi. Votazioni da annullare e richiesta d’intervento della magistratura. La democrazia esportata in Afghanistan e il ballottaggio alle Presidenziali? No, il Partito Democratico in Campania e le sue primarie.

Luca Procaccini

domenica 18 ottobre 2009

Accordi con i Talebani in Afghanistan. Ecco la prova del Times

In Afghanistan ci sono forze armate di diverse nazionalità a presidiare il territorio, ma tutte lavorano alla stessa maniera. Quindi, francesi, italiani, inglesi e tutti gli altri seguono le medesime procedure militari. Cioè, niente tarantelle organizzate dagli italiani e, magari, rastrellamenti e perquisizioni disposte dai francesi. Pari come figli sono, almeno agli occhi degli afghani.

Non è la condotta italiana in terra afghana a motivare l’eventuale diverso trattamento riservatoci dagli indigeni. Ma questo è un indizio, non una prova. Però l’Italia è nazione che ha avuto tangentopoli, processo giudiziario-mediatico che ha rappresentato in tutto il globo una classe dirigente adusa alla corruzione. Ma questo è un indizio, non una prova.

Intanto, in Italia, è in corso indagine volta a dimostrare che c’è stato accordo di collaborazione tra mafia e Stato. Tra l’altro, mentre erano ancora caldi i cadaveri di Falcone, Borsellino e i membri delle loro scorte. Ma questo è un indizio, non una prova.

Se poi consideriamo che dai tempi della lotta al terrorismo, e ora per combattere la mafia, in Italia si offre autorevolezza e attendibilità al pentito che parla, e basta un briciolo di riscontro per sputare sentenza di condanna, non c’è dubbio che la dichiarazione del talebano ha valore. Ma questo è un indizio, non una prova.

Se un indizio è solo un indizio, e due indizi sono solo un sospetto, mentre tre indizi sono appena una prova, quattro indizi sono una sentenza di colpevolezza.

Cotti e cucinati in casa nostra, mica colpa del Times.

Luca Procaccini

giovedì 15 ottobre 2009

Riforma della Giustizia. Il coraggio del migliore. Fini

Essere statista è cosa difficile. Ci vuole la capacità, e il coraggio, di vedere lontano. Cosa che è solo dei migliori. S’è parlato di riforma della giustizia e Fini subito ha detto che mai il Pubblico Ministero dovrà dipendere dal Ministero della Giustizia, come è in Francia per esempio. Figurarsi a parlare del modello americano, che prevede l’elezione popolare del Pubblico Ministero, alle volte citato da quello che ce l’aveva duro. Bossi.

Bisogna vedere lontano, perché quando nel secondo dopoguerra i Padri Costituenti disegnarono il nostro modello di Stato, da poco era caduto il fascismo. E la preoccupazione era che non si ripetesse il fenomeno. E allora, un Parlamento composto di due Camere con i medesimi compiti, e quantità industriali di deputati e senatori, che devono licenziare il medesimo disegno di legge. Un modo per trasformare il Parlamento in un parlatoio atto a rendere complessa la costanza della fiducia al Governo. Quindi, un esecutivo debole in balia di un Parlamento tanto pletorico quanto sterile. Poi, il Presidente della Repubblica senza responsabilità, e quindi senza effettivi poteri, a fare da anonimo Notaio della Repubblica. Infine, l’Ordine della Magistratura indipendente dal Governo per evitare il ripetersi dello sgradevole fenomeno dei Tribunali Speciali con compiti politici. Infine, una Corte Costituzionale a far da garante che le leggi emanate dal Parlamento non tradissero lo spirito della Carta.

Era il 1948 e si aveva un obbiettivo: evitare il ripetersi dell’esperienza fascista. Nonostante ciò, ed a caldo, un politico veramente coraggioso disse «La Corte Costituzionale è una bizzarria, un organo che non si sa cosa sia e grazie alla istituzione del quale degli illustri cittadini verrebbero a essere collocati al di sopra di tutte le assemblee e di tutto il sistema della democrazia, per esserne i giudici». Era Togliatti, per alcuni il Migliore.

Sessant’anni dopo, e grazie al lavoro di bilanciamento per l’annullamento dei Poteri dello Stato, il pericolo fascista può dirsi effettivamente scongiurato. Ma dai Poteri dello Stato esula l’Ordine giudiziario, che reso incontrollabile da ogni Potere, ha manifestato chiaramente gli effetti collaterali indesiderati del marchingegno. Un Ordine che risponde solo a se stesso, che non ha mai conosciuto sanzione dell’errore, e che autoproclamandosi infallibile di fatto ha acquisito più potere dei Poteri dello Stato. Tutto ciò, senza che ci sia un solo cittadino soddisfatto del suo funzionamento.

Con queste premesse la netta presa di posizione del Presidente della Camera. Certamente frutto di un ragionamento lungimirante per adeguare il sistema alle esigenze attuali dello Stato moderno del 2009. Quindi, che nulla cambi: se il Pubblico Ministero dovesse tornare a dipendere dal ministero di Grazia e Giustizia, verrebbe tradito il motivo per il quale ne era stato reso indipendente. Evidentemente, è ancora attuale il pericolo di istituzione di Tribunali Speciali con scopi politici. Incredibile, Fini batte ancora una volta tutti. Ormai è il Migliore.

Luca Procaccini

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martedì 13 ottobre 2009

Attacco di Obama ai media. Proclamato lo sciopero dei giornalisti

Grave attacco del Presidente a emittente televisiva perché lo critica aspramente. È chiaro che è in pericolo la libertà d’informazione. È ovvio che il Paese sarà declassato nella graduatoria dei Paesi che godono di libertà d’opinione. È inevitabile che la considerazione della nazione nel consesso internazionale ne subirà detrimento. S’impone sciopero degli operatori, raccolta di sottoscrizioni a migliaia e appello alle Nazioni Unite perché mandino loro osservatori a porre sotto tutela la nostra debole democrazia.

Contrordine, il Presidente in questione non è Berlusconi, ma Obama, che ce l’ha con Fox Television perché non sta pure lei, con le altre, a spellarsi le mani per gli applausi al Presidente.

Il fenomeno non s’è verificato in Italia ma in America. Che nessuno ne parli più di tanto. Non solo non è possibile contestare Berlusconi, ma addirittura verrebbe provato che anche nella democraticissima America dello “yes we can” ci scappa l’editto bulgaro.

Luca Procaccini

lunedì 12 ottobre 2009

Il sogno americano con Obama e il sogno italiano con Berlusconi

Obama premio Nobel per la pace, e 20.000 soldati in più in Afganistan per la più grande offensiva militare dai tempi del Vietnam.

Obama messia del nuovo verbo tra i popoli, e l’Iran con più siti industriali che lavorano alacremente alla costruzione dell’atomica perché le parole di Mahmud Ahmadinejad in chiave antisemita possano essere supportate, alla bisogna, da qualche testata nucleare.

Obama come il Dalai Lama portatore di pace, che però non lo riceve per non rovinare i rapporti commerciali con la Cina, tanto potente quanto lontana dal riconoscere i diritti dell’uomo.

Agli americani poco importano i fatti, perché a loro piace solo sentirsi importanti sullo scacchiere mondiale.

Questo il sogno dell’americano medio.

Berlusconi imprenditore di successo e Presidente del Milan. Milano 2, Milano 3 Fininvest e Mondatori. Il Giornale e Panorama. Migliaia di posti di lavoro e mai nessuno in cassa integrazione.

Berlusconi fondatore del partito e fautore del suo scioglimento nel pdl. Presidente del Consiglio e leader dell’opposizione. Occhetto, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Rutelli, ancora Prodi, Veltroni e ora Franceschini. Tutti leader dimezzati al suo cospetto.

Berlusconi dice di Obama, appena eletto Presidente della prima potenza mondiale, che è bello e abbronzato.



Berlusconi, alla riunione dei grandi della Terra, fuori da ogni etichetta e irritando la Regina, invita rumorosamente Obama a farsi la foto ricordo.



Berlusconi, nel corso della celebrazione dei sessant’anni della Nato, lasciando di stucco la Merkel, non segue il protocollo perché impegnato al telefonino.



Berlusconi, dalle cronache recenti, pare sia solito partecipare a festini con donnine prezzolate.



Agli italiani piace chi è in grado di dire e fare quel che ne ha voglia, a prescindere da chi ha di fronte.

Questo il sogno dell’italiano medio.

Sandro Sisler

giovedì 8 ottobre 2009

Appello bipartisan: basta lodi a Berlusconi


Non poteva non sapere, è l’assunto posto a base della condanna a pagare 750 milioni per il lodo Mondadori. Però sapeva perché, nel 2004, era stato bocciato il lodo Schifani. Ed era certo della bontà del lodo Alfano perché recepiva le indicazioni che la Corte costituzionale aveva espresso in occasione della dichiarazione d’incostituzionalità del lodo Schifani.

E invece il lodo Alfano non è stato approvato perché la Corte costituzionale ha sentenziato che il lodo Alfano, scritto sulla falsariga delle informazioni rese in sentenza della Corte costituzionale emessa in occasione della censura al lodo Schifani, è comunque incostituzionale. Quindi, i dati offerti dalla Corte costituzionale in ordine al lodo Schifani sono incostituzionali quando vagliati per il lodo Alfano.

Coro bipartisan: basta lodi a Berlusconi altrimenti dice che si sente preso in giro e la magistratura lamenta d’essere stata lesa nella sua sacralità.

Luca Procaccini

[foto flickr.com/photos/rucksackkruemel]

lunedì 5 ottobre 2009

Lodo Mondadori: 750 milioni di euro. Un po’ caro, ma ne valeva a pena: parola di Berlusconi

Settantatré anni, imprenditore di successo e proprietario del Milan. Milano 2, Milano 3, Fininvest e Mondadori. Il Giornale e Panorama. Migliaia di posti di lavoro e mai nessuno in cassa integrazione.

Fondatore del partito e fautore del suo scioglimento nel Pdl. Presidente del consiglio e leader dell’opposizione. Occhetto, Dini, Prodi, D’Alema, Amato, Rutelli, ancora Prodi, Veltroni e ora Franceschini. Tutti leader dimezzati al suo cospetto.

Ormai tutto è alla portata, anche la difesa nell’ambito del processo per corruzione al Giudice del Lodo Mondadori, dove in battuta il Giudice dell’Udienza Preliminare l’aveva prosciolto, ma il processo era continuato su impulso della Procura. E allora, la prescrizione a toglier di mezzo il rischio d’esser condannato per l’infame reato.

E anche se la prescrizione lascia spazio al nemico in sede civile, e può esser rinunciata, il rischio è calcolato.

La condanna per corruzione, se non arriva l’assoluzione, è la fine dell’illusione.

La condanna al risarcimento, o la soccombenza per dirla alla Travaglio, è il costo dell’operazione.

Un po’ caro ma ne valeva a pena.

Luca Procaccini

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domenica 4 ottobre 2009

L’infallibile test della politica: una domanda a risposta multipla per scoprire chi sei

Lo applaudivano quelli dell’MSI, l’hanno applaudito quelli di AN, FI ed UDC. Poi ad applaudire anche quelli del PD e infine battimani addirittura dai banchi IdV. Chi di questi è?

A) David Copperfield: illusionista, ospite alle feste di partito, applaudito dopo lo spettacolo d’intrattenimento.

B) Il politico Democristiano: uomo buono per tutte le stagioni.

C) Gianfranco Fini: terza carica dello Stato.

Se hai risposto A, non ti interessi di politica. Se hai risposto B, non hai fiducia nella politica. Se hai risposto C, e l’hai pure votato, credevi di capirne di politica.

Luca Procaccini

giovedì 1 ottobre 2009

Il diavolo veste Prestigiacomo

Donne, uomini e politica. Pari opportunità, quote rosa e sentenze TAR. Carte di credito, borsette in pelle e registro degli indagati. Se fosse vero, il magistrato ha comunque cantonato. Se son donne, non è peculato. Al massimo di shopping compulsivo s’è trattato.

Sandro Sisler