giovedì 15 ottobre 2009

Riforma della Giustizia. Il coraggio del migliore. Fini

Essere statista è cosa difficile. Ci vuole la capacità, e il coraggio, di vedere lontano. Cosa che è solo dei migliori. S’è parlato di riforma della giustizia e Fini subito ha detto che mai il Pubblico Ministero dovrà dipendere dal Ministero della Giustizia, come è in Francia per esempio. Figurarsi a parlare del modello americano, che prevede l’elezione popolare del Pubblico Ministero, alle volte citato da quello che ce l’aveva duro. Bossi.

Bisogna vedere lontano, perché quando nel secondo dopoguerra i Padri Costituenti disegnarono il nostro modello di Stato, da poco era caduto il fascismo. E la preoccupazione era che non si ripetesse il fenomeno. E allora, un Parlamento composto di due Camere con i medesimi compiti, e quantità industriali di deputati e senatori, che devono licenziare il medesimo disegno di legge. Un modo per trasformare il Parlamento in un parlatoio atto a rendere complessa la costanza della fiducia al Governo. Quindi, un esecutivo debole in balia di un Parlamento tanto pletorico quanto sterile. Poi, il Presidente della Repubblica senza responsabilità, e quindi senza effettivi poteri, a fare da anonimo Notaio della Repubblica. Infine, l’Ordine della Magistratura indipendente dal Governo per evitare il ripetersi dello sgradevole fenomeno dei Tribunali Speciali con compiti politici. Infine, una Corte Costituzionale a far da garante che le leggi emanate dal Parlamento non tradissero lo spirito della Carta.

Era il 1948 e si aveva un obbiettivo: evitare il ripetersi dell’esperienza fascista. Nonostante ciò, ed a caldo, un politico veramente coraggioso disse «La Corte Costituzionale è una bizzarria, un organo che non si sa cosa sia e grazie alla istituzione del quale degli illustri cittadini verrebbero a essere collocati al di sopra di tutte le assemblee e di tutto il sistema della democrazia, per esserne i giudici». Era Togliatti, per alcuni il Migliore.

Sessant’anni dopo, e grazie al lavoro di bilanciamento per l’annullamento dei Poteri dello Stato, il pericolo fascista può dirsi effettivamente scongiurato. Ma dai Poteri dello Stato esula l’Ordine giudiziario, che reso incontrollabile da ogni Potere, ha manifestato chiaramente gli effetti collaterali indesiderati del marchingegno. Un Ordine che risponde solo a se stesso, che non ha mai conosciuto sanzione dell’errore, e che autoproclamandosi infallibile di fatto ha acquisito più potere dei Poteri dello Stato. Tutto ciò, senza che ci sia un solo cittadino soddisfatto del suo funzionamento.

Con queste premesse la netta presa di posizione del Presidente della Camera. Certamente frutto di un ragionamento lungimirante per adeguare il sistema alle esigenze attuali dello Stato moderno del 2009. Quindi, che nulla cambi: se il Pubblico Ministero dovesse tornare a dipendere dal ministero di Grazia e Giustizia, verrebbe tradito il motivo per il quale ne era stato reso indipendente. Evidentemente, è ancora attuale il pericolo di istituzione di Tribunali Speciali con scopi politici. Incredibile, Fini batte ancora una volta tutti. Ormai è il Migliore.

Luca Procaccini

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2 commenti:

  1. Certo la magistratura è fuori controllo e politicizzata e quindi bisogna separare le carriere, oramai lo sostiene anche Violante..
    C'è chi dice che il pm debba andare sotto il controllo dell'esecutivo, chi invece sostiene che si debba sdoppiare il Csm e mutarne la composizione (sembrerebbe questa la linea del governo a sentire ieri Gasparri e Bonaiuti). Quello che mi chiedo ma un domani il berlusconi o il d'alema di turno si sentirebbe più tutelato da un'azione giudiziaria nei suoi confronti promossa da un sottoposto ad un esecutivo a lui politicamente avverso?
    Per ripristinare l'equilibrio tra poliica e magistratura non basterebbe reintrodurre l'immunità parlamentare?

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  2. che dire, ha ragione l'anonimo. tutto sommato i Padri Costituenti avevano previsto il problema e studiato la contromisura: l'immunità parlamentare appunto.
    poi, sull'onda emotiva di tangentopoli, i politici di allora "leccarono" l'opinione pubblica con la modifica dell'art. 68 della costituzione e l'abolizione dell'immunità parlamentare. evidentemente, scambiarono il pilastro per un insignificante mattoncino della complessa costruzione di contrappesi tra i diversi poteri. quindi, la domanda è: ci sarà qualche politico disposto a smettere di "leccare" l'opinione pubblica e riequilibrare il sistema? la vedo dura. spero di sbagliare, ma da queste parti siamo campioni di "leccate" a tutti i livelli di deretano...

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