È nientemeno manifestazione nazionale per denunciare la FIAT che ha imposto la rinegoziazione del contratto di lavoro al fine di destinare investimenti a Pomigliano, che è notoriamente terra felice ricca di opportunità e civiltà.
Addirittura, per la FIOM è attacco al diritto del lavoratore mosso dall’infame che è ovviamente nella dirigenza della FIAT e dei sindacalisti che hanno firmato l’accordo.
Certo, in quelle terre un investimento di 20 miliardi di euro non fa la differenza e si può anche rinunciarci per garantire il diritto dell’operaio. Tanto l’alternativa c’è.
Mica una parola sul fatto che, tolta la FIAT che non intacca i diritti costituzionalmente garantiti ma semplicemente rinegozia gli accordi firmati con i sindacati nel 2008, rimane l’altra organizzazione a gestire il mercato del lavoro. Si chiama camorra e si rifà alle regole della criminalità organizzata. Regole non codificate ma scritte col sangue, degli operai e delle loro famiglie.
Viva la FIOM, Federazione Italiana Operai Minchioni che ancora ci credono.
Luca Procaccini
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