mercoledì 3 marzo 2010

Formigoni, Polverini, Caldoro e Cosentino. La teoria della relatività einsteniana in politica

Tutto è relativo, e quando la Lombardia si preparava al voto con Formigoni che rifiutava l’alleanza con l’UdC perché altrimenti avrebbe superato il 60% delle preferenze con conseguente inutilità della seconda parte del listino bloccato (che porta in dote al Presidente i più fidati, o raccomandati, consiglieri) perché già sufficienti gli eletti raccattati col proporzionale a garantire la governabilità dell’Ente,  Caldoro annichiliva.

Tutto è relativo, e quando il Lazio si preparava al voto con la Polverini a capo della gioiosa macchina da guerra offerta dal sindacato, del quale era massima espressione, a far da contraltare all’improbabile proposta Piddina dilaniata dai rapporti impropri di Marrazzo al punto da non essere in grado di presentare un candidato proprio e ben felice di accodarsi a quello imposto dai radicali in terra di Vaticano, Caldoro ammirava.

Tutto è relativo, e quando la Campania si prepara tranquilla al voto, con Caldoro a prender il posto di Cosentino perché indagato di concorso esterno in associazione camorristica, Formigoni e Polverni invidiano.

Tutto è relativo, e anche la posizione di un Caldoro oggi può essere ambita.

E non c’è bisogno di Einstein per capirlo.

Luca Procaccini

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