Vent’anni di raduni a Pontida con la secessione per parola d’ordine. Però, se all’inizio era la festa di un movimento tribale senza nessuna particolare pretesa, oggi di tribale c’è rimasto solo il trattamento riservato all’indiano. Come al tempo della scoperta dell’America, quando i nativi ricchi d’oro lo cedevano agli ispanici in cambio di vetrini colorati dall’infimo valore, la tribù leghista oggi cede un validissimo consenso elettorale per l’illusione di qualcosa di sostanzioso.
Li lasciano giocare con l’inno di Mameli, la nazionale di calcio da turlupinare e, per far vedere qualcosa di luccicante come i vetrini colorati, col federalismo meteorologico (chiesto da Zaia lo scorso giovedì), ed il ministero per l’attuazione del federalismo varato proprio ieri e oggi affossato a Pontida dallo stesso Bossi che dice d’esser lui l’unico ministro della materia.
A quanto pare al grande capo piace così, fa nulla se quasi a metà mandato il federalismo rischia d’essere affossato dalla stretta finanziaria appena varata. Non è tutto oro quel che luccica, a volte è solo vetro.
Luca Procaccini
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