martedì 8 febbraio 2011

L’Italia riparte. Il piano di rilancio economico e le sue criticità

Negli ultimi 20 anni il turismo italiano ha sofferto la concorrenza  nordafricana con i prezzi low cost che hanno conquistato inesorabilmente gli europei. Così, il rapporto qualità prezzo tra la riviera romagnola con la mucillaggine e quella africana con la barriera corallina ha devastato l’industria del turismo in Italia.

Poi, quando ormai la rassegnazione all’accadimento aveva colto tutti, il colpaccio machiavelliano.
In Egitto pare di vedere un film già visto in Iran. Nel 1977 c’era Jimmy Carter a dire che l’Iran era un saldo bastione dell’Occidente, e qualche giorno prima dell’inizio dei disordini in Egitto c’era Hillary Clinton a dire che l’Egitto era un Paese stabile.  Allora gli Stati Uniti invitavano lo Scià ad avviare un programma di democratizzazione, ora Barack Obama chiede a Mubarak di levarsi di torno per fare spazio a una transizione ordinata verso la democrazia. Più di trent’anni addietro in Iran il primo governo di transizione fu affidato a un laico a nome Shapur Bakhtiar, e trent’anni dopo spunta in Egitto il laico ElBaradei. In Iran dopo il primo governo laico arrivò Khomeini, e in Egitto alla finestra dell’auspicata transizione democratica ci sono i Fratelli Musulmani.

Con queste premesse, può anche starci che al pericolo di deriva islamista di un Paese che affaccia sul Mediterraneo e ha il controllo del canale di Suez, e più in generale dell’intera regione, l’Italia se la gode.

Il fine giustifica i mezzi, e tutti a dire che meglio di così non poteva essere. Perché sarà pure la democrazia che avanza, ma se va a finire come in Iran è anche la fine del turismo di massa in Nord Africa.

E l’Italia riparte.

Luca Procaccini

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