giovedì 24 febbraio 2011

Scoperto il documento riservato dei Deputati e Senatori che hanno abbandonato Futuro e Libertà

Avevano aderito a Futuro e Libertà perché volevano un partito che fosse democratico dove le decisioni fossero condivise e non appannaggio esclusivo del Capo. Un partito con le sezioni dove anche la base potesse essere sentita. Un partito che si confrontasse costantemente e dove i rapporti con gli alleati fossero gestiti nelle sedi competenti e dagli organi a ciò preposti, e non nelle residenze private del leader.

Insomma, un partito che non sia com’è stato Alleanza Nazionale, dove si sono celebrati solo tre congressi in 15 anni di cui uno per la nascita ed uno per lo scioglimento con l’altro nel 2002 tanto per far numero. Un partito che non sia com’è stato Alleanza Nazionale, dove ogni contrario al capo o ha lasciato ed ha tentato altrove la fortuna, com’è stato per Mussolini e Storace, o è stato mortificato, com’è toccato a La Russa, Gasparri e Matteoli quando sono stati pizzicati al bar a sparlare del boss. Un partito che non sia com’è stato Alleanza Nazionale, dove i dirigenti, i quadri e la base dovevano apprendere delle trasformazioni del pensiero del leader dalla televisione perché fino ad allora erano da lui custodite nelle residenze private.

Ma a differenza dei tempi di Alleanza Nazionale dove non c’era spazio all’infuori di questa per chi volesse fare politica dichiaratamente a destra, oggi quella parte d’emisfero in Parlamento è occupata dal Popolo della Libertà.

E allora, neanche 10 giorni dal congresso di Futuro e Libertà e la risposta alla condotta dell’autosospeso Presidente è un documento di fine politica, mica uno stizzito “che fai mi cacci”.

Luca Procaccini

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