martedì 22 giugno 2010

Di Pietro indagato a Roma ci ha sbancato o sbiancato?


Anni addietro, un signore di nome Pacini Battaglia, di professione faccendiere, venne intercettato nell’àmbito di una conversazione, e non si è mai capito se ha detto: “Di Pietro e Lucibello mi hanno sbancato” oppure “Di Pietro e Lucibello mi hanno sbiancato”. Pacini Battaglia finì nel tritacarne di Mani pulite, famosa indagine penale capitanata da Di Pietro. Il quale allora era Pubblico ministero della Procura della Repubblica di Milano, città dove esercitava, ed esercita, la professione d’avvocato Lucibello, in rapporti con Di Pietro stesso.

All’intercettato Pacini Battaglia venne chiesto (nel corso di un procedimento penale dov’era indagato Di Pietro) il perché dell’affermazione secondo la quale Di Pietro e Lucibello l’avrebbero “sbancato”. E il chiarimento fu questo: c’era equivoco, perché non “sbancato” s’era detto, ma “sbiancato”.

Alla fine delle indagini, con sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Di Pietro (emessa dal Giudice dell’udienza preliminare di Brescia, che per motivi di forma non poté acquisire la registrazione), si chiuse la questione senza che si giungesse alla celebrazione del processo per l’accertamento dei fatti. E così tutti si son chiesti se Pacini Battaglia è stato “sbancato” o “sbiancato”.

Allo scopo d’aiutare il prossimo a capire cosa s’era detto, il quotidiano Il Foglio distribuì in allegato al giornale un Cd con la registrazione della conversazione. E fra chi l’ha ascoltata, a parecchi è parso proprio di sentir parlare di sbancare e non di sbiancare. Ma Il Foglio è di tiratura modesta e milioni d’italiani son rimasti col dubbio.

Comunque, si sa, il tempo cancella tutto e noi, del dilemma, ci siamo dimenticati. Tuttavia, la storia si ripete. La questione verte sui rimborsi elettorali che, è noto, sono fondi pubblici destinati ai partiti. Secondo l’indagine della Procura di Roma, Antonio Di Pietro, oltre al partito "Movimento Italia dei valori", ha costituito l'"Associazione Italia dei valori", composta da lui stesso, dalla moglie Susanna Mazzoleni e dall'onorevole Silvana Mura. Quindi, a richiedere, incassare e gestire i rimborsi del “Movimento politico” (e sostituendosi a esso) sarebbe stato in via di fatto l'"Associazione" di famiglia, attraverso la deputata-rappresentante legale Silvana Mura. Il “tesoriere” dell'associazione di famiglia, sempre per statuto, richiede i rimborsi elettorali e “li introita (…) per conto dell'Associazione” e cura la tenuta dei registri contabili “dell'Associazione e del Partito”. Un rompicapo, fino a quando costretto dalle inchieste giornalistiche Di Pietro non ha portato dal notaio Movimento e Associazione e li ha formalmente unificati. Ma questo vale per il futuro, e se è stato atto notarile questo è il riconoscimento delle ragioni di chi denunciava le anomalie. E se queste sono veramente state nel passato non sono certo sanate dall’atto notarile.

Se siamo stati sbancati da Di Pietro lo sapremo poi, ma  venuti a conoscenza di com’è funzionato il meccanismo, siamo già “sbiancati”.

Luca Procaccini

1 commento:

  1. D'altronde con le indagini di "manipulite" Di Pietro ha capito perfettamente i meccanismi di trasferimento del denaro pubblico nelle tasche private.

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