domenica 28 giugno 2009

Travaglio, la fede e la giustizia: mia risposta a un lettore

Qui un lettore mi critica. Ecco una mia seconda risposta.

Quando parlavo di fede non intendevo dire che non bisogna aver fede nella giustizia. Anche se Gesù ebbe a dire che il Paradiso è aperto ai perseguitati dalla giustizia, la speranza di tutti noi è che dopo duemila anni da quell'affermazione la giustizia terrena sia divenuta qualcosa di diverso. Poi, Travaglio non è stato condannato per aver fatto il nome di Previti in un articolo che metteva in relazione Forza Italia e la mafia. Bisogna esser precisi e aver "il coraggio" di dire che il giudice del Tribunale di Roma Roberta Di Gioia, il 15 ottobre scorso, ha motivato la condanna di Travaglio a 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa per diffamazione ai danni di Cesare Previti. Oltre alla condanna al risarcimento di 20mila euro più 2.500 di spese processuali. Pecunia che sarà probabilmente sborsata dal settimanale L'espresso che il 3 ottobre 2002 ospitò l'articolo ritenuto diffamatorio, e per il quale la direttrice Daniela Hamaui è stata condannata a 5 mesi e 75 euro di multa, pena che rapportata al di lei «omesso controllo» posso convenire essere invero eccessiva.

Ma siamo solo al primo grado, e la pena in ogni caso è stata sospesa per entrambi: è coperta dall'indulto. «Ricorrerò in Appello» aveva annunciato Travaglio dopo la condanna: questo dopo che in più occasioni si era detto favorevole all'abolizione dell'Appello. «Vedremo le motivazioni della sentenza» aveva poi commentato il nostro: ora che le ha viste, però, si è ben guardato dal renderle note, e a leggerle si capisce anche perché. Però prima ricostruiamo la diffamazione.

L'articolo galeotto, del 2002, era sottotitolato così: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia, un uomo d’onore parla a un colonnello dei rapporti di Cosa nostra e politica. E viene ucciso prima di pentirsi». Era un classico copia&incolla dove un mafioso «pentito» raccontava che Forza Italia era stata regista di varie stragi e aveva fatto un patto elettorale con Cosa nostra. Un pezzo a tesi discretamente ignobile, ma non ancora diffamatorio: la disonestà intellettuale di Travaglio doveva ancora dare il meglio. Il racconto di questo pentito, Luigi Ilardo, finì in un rapporto redatto nel 1993: ma poi, tre anni dopo, il pentito venne freddato da due killer talché «quello che avrebbe potuto diventare un altro Buscetta non parlerà più. Una fuga di notizie, quasi certamente di provenienza “istituzionale”, ha avvertito Cosa nostra del pericolo incombente». Notare il «quasi certamente», ma proseguiamo: è solo spazzatura, la diffamazione non è neppure qui.

Chi aveva raccolto le confidenze del pentito assassinato? Era stato il colonnello dei carabinieri Michele Riccio: il quale, nel 2001, venne convocato nello studio del suo avvocato Carlo Taormina assieme a Marcello Dell'Utri e al tenente Carmelo Canale, quest'ultimi imputati per concorso esterno in associazione mafiosa. E che cosa successe in quello studio? Cose losche, secondo il colonnello Riccio: aggiustamento di deposizioni, manovre per scagionare Dell'Utri, cose del genere.

Sicché Travaglio, nel suo articolo, citava un verbale reso proprio da Riccio nel 2001 e che viene fatto concludere così: «In quell’occasione, come in altre, presso lo studio dell’avv. Taormina era presente anche l’onorevole Previti». Fine dell'articolo: Travaglio chiude attorno a questa suggestione e lascia che su Previti si allunghino ombre di traffici giudiziari e patti con Cosa nostra e regie superiori. Peccato che il verbale di Riccio, in realtà, proseguisse con quest'altre parole che Travaglio ha omesso: «Il Previti però era convenuto per altri motivi, legati alla comune attività politica con il Taormina, e non era presente al momento dei discorsi inerenti la posizione giudiziaria di Dell'Utri». Lo spiega bene il magistrato Roberta Di Gioia: «La circostanza relativa alla presenza dell’onorevole Previti in un contesto di affari illeciti e di pressioni indebite, è stata inserita nel corpo dell’articolo mediante un accostamento indubbiamente insinuante, con l’effetto di gettare una pesante ombra sul ruolo avuto da Previti in quella specifica situazione e con chiara allusione ad un suo coinvolgimento nella vicenda, acquisendo perciò una evidente connotazione diffamatoria». Evidente. Così come «è evidente che l'omissione del contenuto integrale della frase di Riccio, riportata solo parzialmente nell'articolo redatto da Travaglio, ne ha stravolto il significato. Travaglio ha fornito una distorta rappresentazione del fatto riferito dalla fonte le cui dichiarazioni lette integralmente modificano in maniera radicale il tenore della frase che nell'articolo è stata agganciata ad arte, in maniera parziale, subito dopo la descrizione del nebuloso contesto di intrecci relativi ad affari illegali, al precipuo scopo di insinuare sospetti sull'effettivo ruolo svolto da Previti».

Ma il peggio deve ancora venire, perché secondo il giudice «le modalità di confezionamento dell'articolo risultano peraltro singolarmente sintomatiche della sussistenza, in capo all'autore, di una precisa consapevolezza dell'attitudine offensiva della condotta e della sua concreta idoneità lesiva della reputazione di Previti». In lingua corrente: Travaglio l'ha fatto apposta, ha diffamato sapendo di diffamare. E l’incredibile non è neppure questo: incredibile è che un giudice, per una volta, l’abbia messo nero su bianco. infine, se propio lo vuol sapere, non ci tengo ad avere la sua stima perchè non me ne faccio nulla del rispetto di chi trucca le carte per ottenere l'obiettivo e, come di prassi, addita come lacchè di palazzo colui che cerca di fargli capire la realtà dei fatti da un diverso punto di vista. Comunque, per non offendere la sensibilità dei credenti, mettiamola così: lei non è un credente non praticante. Molto più semplicemente, è un tifoso che si contenta di vincere la partita anche con il goal segnato di mano. Quindi, tifoso sì ma tutt'altro che sportivo.

Luca Procaccini

5 commenti:

  1. l'una cosa non esclude l'altra e volerne escludere una è segno di livore. E questo con o senza tonnellate di bit, pummarulella bella. Quindi, per tornare al ragionamento in salsa pomì, se dico sciocchezze perchè riporto senza alterazione alcuni passi di una sentenza di un Giudice della Repubblica italiana, vuol dire che pure questo dice e scrive sciocchezze. Ma non sul blog, bensì in sentenza. E visto che se sbaglia un Giudice vuol dire che tutti possono sbagliare, vuoi vedere che nelle sentenze scritte dai Giudici possono esserci tonnellate di bit di sciocchezze, magari per questioni di livore personale. E tutto questo, aggiungo io alla farina del sacco di pummarulella, stipendiati dallo Stato (ossia, da noi). Vedi, pummarulella, non si tratta di far le pulci ma di far girare i neuroni e far un ragionamento. E grazie ai tuoi neuroni in perenne lite tra loro, con un pò di assistenza siamo riusciti a svilupparne uno. incredibile vero?

    RispondiElimina
  2. Sior Luca Procaccini e no no no!
    Io capisco che lei sia tutto meticoloso quando si tratta di Travaglio (grandissimo giornalista), ma allora io mi dico "caspita"! ma questo sior le proprio bravo!a chi sgarra gliela fa pagare! Ma guardando il suo blog leggo che difende gente come Craxi e Berlusconi (grandissimi mascalzoncelli), e non parla dei processi veramente gravi!
    E allora sior Procaccini glielo consegno tutto per lei eh! eccolo qua un bel tapirone d'oro! sior Procaccini..e non si fa così eh! non si fa informazione solo con chi conviene...lei mica può coprire i reati dei nostri politici!Faccia così ci faccia una bella rubbrica sui reati della gente, parta anche da Travaglio se vuole ma poi di seguito metta tutti gli altri (Berlusconi,Andreotti,Dell'Utri,Previti,Cuffaro and Co) così chi legge il suo blog può farsi un idea su cosa vuol dire "diffamare un corruttore di giudici" e cosa vuol dire "corrompere giudici" e cosa vuol dire "aver collaborato con la mafia",e cosa vuol dire "corrompere testimoni" e cosa vuol dire "rapporto esterno in associazione mafiosa" e cosa vuol dire "falso in bilancio" e cosa vuol dire "prendersi la Mondadori comprando giudici" ecc.Noi lettori almeno potremo farci un idea sui criminali più promettenti e quelli più incompetenti. Secondo me Travaglio è un po scarsuccio come criminale, poi messo davanti a sti qua mi sa che perderà di sicuro.
    Ultimo posto per Travaglio.
    Intanto il Tapirone glielo consegno.

    RispondiElimina
  3. non si necessita di grosso acume, o di particolare partigianeria politica, per comprendere che il presente post del dott. Procaccini è semplicemente teso a dimostrare che il dott. Travaglio (il quale ha fatto del legalità una sua bandiera-e questo non è un problema- ma in maniera moralistica- e questo è un problema)ha una condanna per diffamazione meritata, in risposta ad un precedente botta e risposta con un lettore.
    Io (che in passato ho avuto modo di polemizzare col Procaccini, quindi non mi si prenda per un suo pretoriano) nell'ambito dell'post non ho letto affermazioni del genere "e così Travaglio è il più pericoloso criminale italiano".
    Ossequi

    RispondiElimina
  4. Preciso che la mia frase "Travaglio criminale" era puramente ironica e non voleva assolutamente dire che lo è effettivamente, ma manco l ultimo criminale del mondo, Travaglio è semplicemente un grande giornalista, diventato un grandissimo per la sua libertà di espressione che oggi è veramente rara tra i comuni mortali.
    Per il resto anche se questo è un blog di destra non capisco perchè voi non possiate permettervi di avere gente onesta a rappresentarvi, non capisco perchè difendete delinquenti solamente perchè sono di destra,io penso che indipendentemente dalle idee politiche ogni persona abbia diritto ad avere persone leali e incesurate in parlamento.

    RispondiElimina
  5. bravo luca ,è cosi difficile da capire ,aprite gli occhi e le orecchie,ragionatate da soli,cari elettori .Personalmente vorrei politici,giornalisti,imprenditori,persone oneste che svolgono il loro lavoro e non i loro interessi ,questo prima di essere di destra o di sinistra!

    RispondiElimina