mercoledì 25 febbraio 2009

Dopo 60 anni di nucleare cattivo, le cui scorie fanno ancora danni, ecco il nucleare buono

Per sessant’anni la Repubblica Italiana ha dovuto convivere con dei rompipalle atomici in Parlamento. Poi, finalmente, li ha messi fuori. Verdi, Rifondaroli, Comunisti Italiani e Socialisti, tutti licenziati. Le scorie negative di tanta permanenza saranno lunghe da eliminare. I danni del benaltrismo, ossia i danni del “è ben altro quel che c’è da fare per risolvere i problemi” opposto ad ogni progetto venisse proposto nel Bel Paese, sono lontane dall’essere smaltite. Ma il cambiamento già s’avverte: fuori i rompipalle atomici, dentro l’energia nucleare.

In Italia si torna a sperare. Finita la stagione del qualunquismo radical Chernobyl, finalmente finiremo d’acquistare energia atomica dai Paesi esteri e avremo una bolletta energetica meno costosa. Quindi, maggiore competitività e meno ipocrisia, oltre che minor inquinamento da energia prodotta con petrolio e carbone.

Magari, così riusciremo a tenere sotto controllo le polveri sottili e smetteremo di regalar soldi alla Fiat con gli incentivi alla rottamazione motivati con la balla spaziale che serve un parco auto più rispettoso dell’ambiente. Se poi tutto ciò potesse essere utile anche per farla finita con gli “ecopass” che curano l’inquinamento come l’aspirina lenisce la broncopolmonite, il contribuente automobilista inutilmente purgato ne gioverebbe sia per la salute che per il portafoglio.

Benservito al rompipalle atomico, benvenuto al Nucleare.

Sandro Sisler

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