domenica 8 febbraio 2009

La nuova frontiera del fetish: il costituziona(na)le


Quando, nel 1948 , s’è redatta la Costituzione, l’Italia era un Paese a economia prevalentemente agricola, non esisteva il televisore (la prima trasmissione Rai è del 1954), il telefono non era in tutte le case, il cellulare non esisteva e Internet poteva essere il nome di una squadra di calcio, come l’Internazionale. Poi, nei lustri, la società è cambiata ma, per alcuni, la Costituzione era un totem sacro e inviolabile. Fa nulla che, come ogni norma, è frutto delle convenzioni umane e non è da confondere con una legge fisica immutabile. Ma tant’è, c’eravamo abituati. Però arrivare al feticismo è troppo.

A sinistra il rapporto con la Costituzione è così morboso che, pare, ci si pratichi pure l’autoerotismo. Così, c’è chi lecca i tacchi a spillo e chi pratica il costituziona(na)le.

[foto via flickr.com/photos/puroticorico]

Luca Procaccini

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