Lo spot della RAI vuole farci credere che, se anche in passato fosse esistita la RAI, il mondo sarebbe stato migliore. Questo, per convincerci della opportunità di pagare il canone: circa 107 euro l’anno. Letti i compensi che la RAI paga ai suoi fortunati presentatori, anche in periodi di crisi nera, monta il convincimento che certamente il mondo sarebbe stato migliore senza la RAI. A prescindere dalla dubbia qualità dei programmi e dalla considerazione che non appare più necessario conservare il canone anche ora che RAI si procura denari dalla pubblicità come le emittenti private, a tutti il canone appare equo come la tassa sul macinato di medievale memoria.
Oggi ogni casa mediamente ha un televisore. Oggi con 107 euro una famiglia media ci fa una buona spesa. Oggi alcune famiglie medie non riescono a fare una buona spesa. Oggi a tutte le famiglie medie è chiesto il pagamento del canone RAI.
Quindi, 60 milioni di italiani, una quantità di denaro impressionante nelle casse della RAI, alcuni spesi, altri buttati in compensi d’oro.
Di questi tempi si scrive RAI, si legge Rapina Agli Italiani. Con l’aggravante dei futili motivi.
Luca Procaccini
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