giovedì 18 giugno 2009

Ecco perché Travaglio è stato civilmente condannato per diffamazione

Per quanto Travaglio ce la canti e ce la suoni sul fatto che non è stato mai condannato penalmente, e la soccombenza intervenuta è stata esclusivamente in sede civile, la diffamazione a mezzo stampa è reato penalmente perseguibile. E Travaglio per questo è stato condannato anche penalmente in primo grado, e avverso questa sentenza ha inteso interporre appello nonostante tutto quanto abbia detto e scritto in passato sull’istituto dell’appello.

Chiaramente, nel casellario penale tali condanne vanno trascritte a meno che si possa beneficiare della "non menzione". E Travaglio potrà ottenere il beneficio. Ma la "non menzione" nel casellario penale non vuol dire di non essere stato condannato. Vuol dire solo che non risulta sul certificato che il privato fa per gli usi consentiti dalla legge mentre, tutti gli altri usi (per esempio, se si vuol fare il concorso nell'arma) la condanna c'è, si vede e si sente. Anche se si sventola un certificato penale “nullo” nel corso della trasmissione “AnnoZero” condotta dal fido Santoro.

Ma comunque non sarà il caso del nostro travagliato. Avendo interposto appello, ed essendo i fatti datati nel tempo, l'obiettivo è la prescrizione (nonostante tutto quanto Travaglio abbia detto e scritto sui "prescritti"), e in questo caso sì che si conserva la verginità. Solo formale però, direbbe Travaglio se si parlasse di altri.

E ora giungiamo alla condanna in sede civile per diffamazione: proprio perché i tempi della giustizia penale sono lunghi, molti avvocati consigliano i "diffamati" nel senso di adire il giudice civile, in quanto il reato di diffamazione, sanzionato penalmente, produce anche effetti civili per il ristoro del danno. Quindi, invece d'aspettare i lunghi tempi della giustizia penale che dipende dalla solerzia del Pubblico Ministero, meglio la giustizia civile che è a impulso di parte e genera l'immediato incardinamento del processo per l'accertamento del danno. Così facendo, invece d'essere frustrati dalla lungaggine del processo penale che può addirittura far scattare la prescrizione e lasciare a bocca asciutta il malcapitato, subito si ottiene il processo e, relativamente dopo poco, la condanna in sede civile. Condanna che, a differenza di quella in sede penale, è immediatamente esecutiva e produce subito effetti. Risultato, giornalista e giornale costretti a pagare anche se interpongono appello e "lezione di vita", impartita perché nessuna prescrizione potrà intervenire.

È l'evoluzione della specie. Quando il sistema non funziona e i giornalisti pensano di conoscerne una in più, arriva l'avvocato e ti sistema. Quindi, anche se Travaglio ci tiene a distinguere tra condanna in sede civile e condanna in sede penale, la condotta è antigiuridica e la scelta della sede ove accertarla, dipesa dalle contingenze del nostro sistema, non cambiano d’una virgola il fatto per cui è condanna. Quindi, che Travaglio faccia il giornalista e non l’illusionista perché il trucco c’è e si vede.

Luca Procaccini

6 commenti:

  1. Caro, di quelli che scrivono sugli andreotti i dell'utri ed i previti ce n'è inflazione. Pochi, invece, quelli che scrivono dei travaglio e, converrai con me, anche di quest'informazione c'è bisogno. Altrimenti, diviene questione di fede e non informazione. E visto che Travaglio pare proprio essere uno di fede dichiarata, perchè idolatra toghe e codici, è bello dimostrare che è credente non praticante. Un pò come quelli tutto famiglia e lavoro, in chiesa alla domenicha magari anche nel coro parrocchiale, che però c'hanno l'amante e rubano la marmellata dallo scaffale del supermercato. Cos'altro è uno che addita come un appestato quello che è stato indagato, condannato, indultato o prescritto (per usare un suo modo d'appellare il malcapitato), e poi cerca di guadagnar prescrizione in sede penale e vagheggia la sua purezza facendo distinzione tra l'essere soccombente in sede civile, senza far cenno della conseguente condanna al pagamento di somma, e condannato in sede penale? Quindi, ecco perchè scrivere del travagliato e, se lei proprio è uomo di fede che proprio non vuol sentire di certe cose, almeno cerchi d'esser anche praticante. Non immagina quant'è triste scoprire in giro dei fedeli ferventi ma non praticanti.

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  2. Caro Luca Procaccini,prima cosa non c'è niente di male nell aver fede nella giustizia,e le dirò di più, le persone oneste hanno tutte questa innata passione.
    Secondo,se lei avesse una condanna per aver nominato Previti in una articolo che svelava i rapporti fra un partito politico (Forza Italia) e la mafia, lei avrebbe tutto il rispetto da parte mia.
    Cioè qua non si sta parlando di un criminale, di un mafioso, e neanche di un ladro di caramelle, qui stiamo parlando di un giornalista che ha fatto in nome di Previti in un articolo che parlava di mafia ed è stato condannato.
    Cmq stia tranquillo signor Procaccini, scherzavo quando dicevo che dovrebbe parlare di processi ai politici, ci va troppo coraggio per cose del genere, basta che non mi cada ai livelli di Vespa che da buon servetto si occupa di diete mediterranee, e quando si occupa di processi parla solo di Cogne.
    saluti

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  3. Ciao, c'è la rispostina per te in home page: "Travaglio, la fede e la giustizia: mia risposta a un lettore". Grazie e alla prossima.

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  4. gentile Andrea, che Travaglio fosse stato premiato in Germania confesso che non lo sapevo. Che Travaglio abbia fatto del legalità una sua bandiera-e questo non è un problema- ma in maniera moralistica- e questo è un problema lo sapevo. Che Travaglio abbia ricevuto una condanna per diffamazione meritata lo sapevo. Che Travaglio abbia tentato di mascherare questo fatto con un gioco delle tre carte mostrando un certificato penale "nullo" da Santoro e giocando sulle parole tentando un distinguo linguistico tra l'essere soccombente in sede civile (senza aggiunger parola sulla condanna al pagamento di somma per risarcire il danno cagionato)e condananto in sede penale, semplicemente non me lo aspettavo. Da colui che chiede moralità nei comportamenti altrui mi sarei aspettato un semplice, quanto umile e moralmente coerente, atto di contrizione per essere inciampato in una condotta antigiuridica. Quindi, contestazione si muove non per il fatto/reato accertato in sede civile e penale, ma per l'atteggiamento dell'uomo che (rubo le sue parole) appare proprio un sofista (nel senso di falso sapiente, interessato al successo e ai soldi, più che alla verità ed i cui "sofismi" sono discorsi ingannevoli e basati sulla semplice forza retorica delle argomentazioni), e quindi (attingo sempre dal suo vocabolario)"infimo". E poi, me lo lasci dire, che tristezza leggere che questo paese è governato da "mafiosi". Siamo alle solite: quando a governare è la sinistra, in certi ambienti si ritiene l'elettore italiano maturo e l'Italia paese democratico. Negli stessi ambienti, quando l'Italia è governata dalla destra, l'elettore diviene immaturo e la democrazia appare in pericolo. Oggi leggo addirittura d'essere governato da mafiosi. Suvvia, prenda nota, una democrazia compiuta poggia sull'assunto elementare dell'alternanza di governo tra "Repubblicani" e "Democratici", "Laburisti" e "Conservatori" o, genericamente, tra "Sinistra" e "Destra". Una democrazia matura non poggerà mai sull'alternanza tra "Buoni" e "Cattivi", figurarsi se potrà poggiare sulla distinzione tra "mafiosi" e "probi ed onesti". E' finita l'era dell'asserita e mai provata diversità morale della sinistra. L'elettore giudica la capacità di governo, come in tutte le democrazie occidentali, ed è stufo di queste chiacchiere. Quindi, chiudo e saluto per non annoiare.
    a presto riscriverci.

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  5. Di moralisti senza morale ne conosco tanti! Conosco quelli che pagano le mignotte e poi fanno le leggi antiprostituzione, quelli che in una legislazione aiutano Craxi e De michelis a sbancare le tasche dello stato, come consulenti finanziari e poi oggi ci vogliono aiutare a capire come risparmiare, conosco prostitutine ministri con un gran senso della morale, insomma conosco gente brava a parlare di LEGALITA' è poi intascarsi un finanziamento illecito per 20 milioni di lire (anche se non è tutta sta cifra in confronto agli altri signorini meritava di pagara esattamente come tutti)(sinistra)
    Ecco, questo è quanto! Mi spiego meglio, denoto un processo obbligato da parte della destra sull'informazione, non si riesce a parlare di politica senza fare politica! Non si riesce a parlare di informazione senza fare politica! Si conclude dicendo che tanto "noi" abbiamo perso le elezioni e quindi dobbiamo solo tacere; ma noi chi? Chi ha mai parlato di fazioni politiche?! Io ho parlato di governo, Travaglio fa lo stesso e colpisce chi sbaglia, per cui non ha senso dire: "Siamo alle solite: quando a governare è la sinistra, in certi ambienti si ritiene l'elettore italiano maturo e l'Italia paese democratico. Negli stessi ambienti, quando l'Italia è governata dalla destra, l'elettore diviene immaturo e la democrazia appare in pericolo." Qui il problema non bovrebbe stare da un parte o dall'altra per l'informazione ma da entrambi! La legalità dovrebbe colpire chi lo merita, destra, sinistra, centro, bianchi, neri, gialli, e non per un senso MORALE ma per un senso civile!
    Chiudo in riferimento al paese governato da mafiosi dicendole che in questo caso del processo di alternanza su cui poggia una democrazia me ne frego altamente quando la mafia e al potere...su questo non intendo dilungarmi prchè meriterebbe informarsi personalmente (non attraverso supposizioni astratte ma nel concreto) perchè di gente ne è morta tanta tanta e se loro stanno li a muovere le loro pedine non va bene.
    Saluti

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  6. Una democrazia compiuta ha i mezzi d informazione liberi ed indipendenti, tali mezzi servono ai cittadini per controllare ciò che fa lo stato.Nel nostro paese succede l opposto, lo stato usa i mezzi di comunicazione per controllare i cittadini, e per creare un oppinione pubblica di consenso.
    I cittadini guardano un film che credono sia l Italia, ma non è l Italia.
    Ne concludo che siamo all concetto opposto della democrazia,
    siamo schiavi inconsapevoli.

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