Più di 100 procedimenti ed oltre 900 magistrati che si sono occupati di lui e del suo gruppo, 587 visite della polizia giudiziaria e della guardia di finanza, 2560 udienze in 14 anni e fiumi di soldi anche per consulenti. Processi per corruzione alla guardia di finanza ed in atti giudiziari, abuso edilizio, irregolarità nei diritti televisivi e nella cessione di calciatori, abuso dei voli di stato e sulle minorenni, condotta immorale con donnine dedite all’antico mestiere e foto all’interno della dimora privata. Mandante per le stragi di mafia del ’93, nell’auspicio di diverse procure d’Italia, e pentito in mondo conferenza a descriverlo come un padrino. Ci hanno provato in ogni modo a farlo divenire indigesto agli italiani. Ma niente da fare, gli italiani non hanno abboccato ancora.
E allora, colpo di teatro, trapela la notizia: le indagini per il furto della famosa quanta tragicamente ironica scritta posta all’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz portano direttamente in Italia dove sarebbe stato individuato il mandante del colpo. Sarebbe un uomo del mondo della televisione diversamente giovane, bassino ma che usa il tacco alto, con pochi capelli ma trapiantati, dalle battute facili ma che per alcuni sono gaffe, che ama la sua Milano ma gli risulta indigesto il Duomo. Questo l’identikit costruito dagli inquirenti. Ma per avere il nome pubblicato su tutti i giornali bisogna aspettare l’audizione del pentito prevista in video conferenza in un qualche processo che si terrà nel corso della prossima competizione elettorale.
Roberto Alboni
Nessun commento:
Posta un commento