Galeotto fu il fuori onda di Fini che lo coglie a dire che Berlusconi "confonde il consenso popolare che ovviamente ha e che lo legittima a governare, con una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi altra autorità di garanzia e di controllo", che il Berlusca non deve "confondere la leadership con la monarchia assoluta” e che, quando qualcuno dice che nessuno è immortale, commenta: "Se ti sente il presidente del Consiglio si incazza...".
Niente di molto diverso dalla registrazione della chiacchierata al bar fatta tra La Russa, Matteoli e Gasparri qualche tempo fa quando dicevano che Fini doveva esser malato, per commentare le sue dichiarazioni da monarca assoluto di AN. Allora, nella democratica AN, gli autori della chiacchierata da bar furono fucilati senza processo dall’imperatore che, giusto per fare un esempio, per punire l’Ignazio, lo ridimensionò nominando d’imperio coordinatrice della Lombardia la Muscardini. Brava donna, ma che contava in AN Lombardia quanto il due di picche a briscola. Era la dialettica interna, evidentemente. La stessa che ora Fini contesta a Berlusconi ed in virtù della quale dovrebbe essere lapidato dal nuovo padrone di casa. Corsi e ricorsi storici che rendono giustizia a La Russa, Matteoli e Gasparri oggi pronti a scagliare la prima pietra.
Luca Procaccini
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