sabato 5 dicembre 2009

Spatuzza: dopo Berlusconi e Dell’Utri, la lista dei nomi, città per città, dei sospetti di mafia o concorso esterno in associazione mafiosa

Spatuzza dice di Berlusconi e Dell’Utri  mandanti delle stragi dei primi anni Novanta, e li indica come le persone serie che avevano fatto ciò che la mafia richiedeva si facesse. Parole dette non al bar ma nell’ambito del processo d’Appello che si celebra per accertare se Dell’Utri è mafioso. Appello perché in primo grado Dell’Utri s’è beccato nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Per la verità, il Codice penale punisce l’associazione a delinquere di stampo mafioso, che consiste nell’associarsi con altri per compiere nel tempo delitti utilizzando gli strumenti tipici della mafia. Quindi, per essere condannati si dovrebbe essere accusati, e dovrebbe offrirsene la prova, di essere in accordo con altri per compiere reati utilizzando il metodo mafioso. Se manca l’accordo in tal senso, in caso di commissione di un reato può esserci la punizione per questo ma non anche la pena per aver fatto parte del sodalizio criminoso. Questo è, ma anche se non alberga nel Codice penale, nelle aule di giustizia è stato coniato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Costruzione giuridica per motivare la condanna per il reato codificato anche nei confronti di chi non è accusato di aver partecipato al sodalizio criminoso per commettere reati nel tempo con lo strumento tipico del mafioso. Quindi, quando non c’è la prova per il reato così come normato dal Codice, c’è la condanna per aver concorso dall’esterno all’associazione.

Se si parlasse di lingua italiana, sarebbe costruzione barocca, ma parlandosi di condanne e pene, è costruzione per affibbiare la pena per il grave reato anche a chi non è stato provato d’aver fatto parte del sodalizio criminoso, ma semplicemente perché in qualche modo può dimostrarsi d’averci avuto a che fare. Magari anche come vittima. Tipico esempio scolastico: il medico che viene prelevato da casa e portato a curare qualche latitante affetto da patologia, e poi una volta a casa  non denuncia il fatto per semplice paura d’essere punito dalla cosca, può essere accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e subirne la pena. Tipico esempio concreto: ogni qual volta si ha a che fare con qualcuno che è dedito al malaffare, qualcun altro può dire che si è voluto aiutare un sodalizio dalle caratteristiche mafiose.

Poi, il capitolo della prova. Che sia associazione mafiosa o concorso esterno in associazione mafiosa, ci vuole la prova del fatto per poter condannare. E in Italia si punta molto sul pentito che collabora. Fa niente che è persona assolutamente inaffidabile, allettata dai benefici che derivano dalla collaborazione, che potrebbe dire ciò che ne ha voglia pur di ottenere qualcosa. Tanto, la dichiarazione del pentito per assurgere al valore di prova deve essere oggettivamente riscontrata. Questa la norma, poi l’elaborazione giurisprudenziale che stabilisce esserci riscontro anche solo quando sono più d’uno i pentiti a dire la stessa cosa, senza altra prova  documentale o fattuale. 

Fatte queste premesse, per avere la lista dei nomi dei sospetti di mafia o concorso esterno in associazione mafiosa città per città, basta prendere l’elenco del telefono perché nessuno può dire di essere al riparo dall’accusa.

Luca Procaccini

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