Incassati gli incentivi alla rottamazione reclamati al Governo pochi mesi fa sotto la minaccia della cassa integrazione di massa, e fatti acquisti americani per conquistare il marchio Chrysler, la Fiat ora ipotizza di smettere la produzione di Termini Imerese. La motivazione è semplice: non essendoci acciaierie e fornitori del marchio in zona, ed essendo mal servita da infrastrutture la location, produrre lì le auto costa troppo. Peccato che quando c’era da costruire lo stabilimento a spese del contribuente l’affaire c’era per il gruppo.
Poi, è ovvio, esaurita la mungitura, la partita è da riconsiderare. In perfetto stile italico. Mica come i giapponesi della Toyota, che dopo settant’anni d’utile ed al primo segno negativo di bilancio, decide di ritirarsi dalla formula 1. Circo mediatico molto affascinante, ma altrettanto oneroso.
Come dire, in tempi di crisi meglio concentrare le energie sulla produzione di serie che sulla monoposto da competizione. Tranquilli i tifosi dei motori, mica siamo coglioni come i giapponesi, noi per il giocattolino stravediamo e, piuttosto, rilanciamo lo strumento dell’incentivo. Infatti, dagli ambienti trapela la proposta per il rilancio del comparto: sarà prossimo l’incentivo alla rottamazione dell’auto euro 4, bifuel e a idrogeno. D’altra parte, la Fiat deve vendere.
Luca Procaccini
Nessun commento:
Posta un commento