Il magistrato Di Pietro ha abusato dello strumento della custodia cautelare. Tutti l’hanno detto, ma nessuno del Consiglio Superiore della Magistratura l’ha sanzionato.
L’indagato Di Pietro ha avuto condotte censurabili. Tutti l’hanno detto, ma nessun magistrato l’ha portato a processo.
Il politico Di Pietro, fatte le elezioni, ha immediatamente tradito l’accordo elettorale siglato con il PD. Tutti l’hanno detto, ma nessun Veltroniano l’ha additato a pubblico ludibrio per non aver fatto fede agli impegni.
Il Presidente di Partito Di Pietro adopera strumenti da leguleio per utilizzare una struttura diversa dal Partito al fine di raccogliere i rimborsi elettorali. Tutti i compagni d’avventura elettorale l’hanno detto, ma nessuno gliel’ha proibito.
L’Avvocato Di Pietro adotta una condotta censurabile nella veste di difensore perché anche grazie al suo operato un ex assistito viene condannato. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati lo sospende.
Un organo che vale come il due di picche a briscola, nel confronto con gli altri organi che avrebbero potuto censurare l’uomo, sanziona l’Avvocato Di Pietro e gli sospende la patente perché è stato scorretto nell’esercizio del mandato.
Di Pietro, la punizione che non t’aspetti.
Luca Procaccini
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