Questo era il ritornello cantato in passato. Se non si era politicamente corretti, ossia di sinistra, si era fascisti. Se non si era di sinistra, non si poteva essere di governo e, se si era di destra, non si poteva essere e basta.
Oggi, la novità. La sinistra è fuori dal Parlamento, per la prima volta da che è Repubblica, e il partito che nell’emiciclo c’è arrivato, e a questa si richiama (il PD), è guidato dall’ex democristiano Franceschini. Annichilita.
La destra, invece, trionfa. Con il Popolo della Libertà si passa da un’alleanza di centrodestra alla destra. Come è in Francia, per esempio. Ne è garante Berlusconi che, continuamente, sorpassa Fini. A destra, appunto.
Da un partito, l’MSI, che nei primi anni Settanta (quando ottenne un risultato elettorale di tutto rispetto) la Procura di Milano tentava di dichiarare fuori legge, ad Alleanza Nazionale. Partito di molto valore ma dal consenso relativamente importante, per finire al Popolo della Libertà. Partito di massa dalle percentuali mai viste prima nella storia repubblicana.
Campi nuovi da arare. La destra c’è. E la sinistra? Beata, o beota, a cantare.
Sandro Sisler
fascisti carogne tornate nelle fogne!
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