Il 25 aprile è il giorno dedicato alla liberazione dell’Italia dai tedeschi, che prima di diventare esercito occupante il suolo patrio era esercito alleato nella guerra contro gli angloamericani.
Il cambio di stato fu decretato dall’ineguagliabile Badoglio che, l’8 settembre del ’43, alla radio disse che la tregua era firmata con gli alleati ma la guerra continuava con chiunque ci avesse attaccato. Neanche il coraggio di citarli i nazisti, che da alleati diventavano nemici incazzati. E averci nazisti incazzati da Napoli in su non era un bel vedersi in Italia.
Con queste premesse, un lavoraccio quello degli angloamericani il ricacciare il germanico sempre più su fino e oltre il confine. Mica una passeggiata di salute. Ma noi siamo sempre stati i più furbi, e così il governo provvisorio del Re tentò di accreditarsi agli occhi dei nuovi amici come alleato per poter trasformare la nostra condizione, da nazione che aveva determinato e perso la guerra, in nazione vincitrice il conflitto mondiale. E invece picche, mai ci fu riconosciuto lo status di alleati, fummo definiti cobelligeranti contro il tedesco. Un modo per dirci di non allargarci.
Allo stesso modo, quelli che si definirono partigiani, seppur importanti nelle strategie militari complessive, vollero vendersi come liberatori del nord Italia anche se ciò mai sarebbe accaduto senza il massiccio intervento angloamericano. Altro tentativo, seppur meno meschino di quello del governo, di accaparrarsi meriti non tutti propri degli italiani. Poi, con la caduta definitiva del fascismo e la fuga dei nazisti, il 25 aprile appunto, quei 40 milioni d’italiani che popolavano l’Italia si sdoppiarono. Fino ad allora 40 milioni di fascisti, dopo di allora 40 milioni di antifascisti.
La storia è servita, abbiamo liberato l’Italia dall’occupante straniero e determinato la sconfitta del fascismo. Tutto da soli, con il marginale intervento dei nostri alleati. Gli angloamericani, ovviamente.
E allora bene fa Berlusconi a partecipare alle manifestazioni del 25 aprile che si terranno al cimitero americano di Nettuno. Il luogo ideale per ringraziare migliaia d’americani e 80 milioni d’italiani che hanno consentito all’Italia di essere un Paese democratico.
Luca Procaccini
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