mercoledì 29 aprile 2009

Il PD, Rutelli, Franceschini, Penati e la difficile arte del copiare

Si sa, copiare non è cosa facile. Presuppone un minimo di conoscenza e spiccata intelligenza.
Altrimenti, convinto di capire ciò che copi, non ti accorgi di uscire fuori pista e rischi di fare la figura del citrullo.

È così, e non si fanno sconti. Tutti ci cascano, e alcuni ci ricadono. D’altra parte son quelli che quand’anche provi a metterci la conoscenza, se manca l’intelligenza non c’è speranza.

E non c’è speranza se il PD, e prima l’Unione e l’Ulivo, continuano a inseguire Berlusconi cercando d’imitarlo a ogni costo. Come dimenticare la candidatura di Rutelli del 2001? Il piacione era quanto di più simile al Berlusca secondo i pensatori d’allora. E via così sulle scelte comunicative fino ai giorni nostri dove c’è Franceschini a farsi immortalare col cappello da ferroviere a emulare il Premier operaio, e Penati a scimmiottare i vecchi slogan della campagna elettorale di Forza Italia. Da “un impegno preciso: meno tasse per tutti” di Silvio, a “la provincia e oltre: più sicurezza per cittadini” di Penati, giusto per citare uno dei tanti slogan scopiazzati.

Vabbè, copiano nella speranza di non esser scoperti, direte. Ma la cantonata è in agguato, come al solito. E se Penati ha cominciato bene copiando lo stile del Berlusca nel coniare slogan a effetto, poi ha finito male l’opera di copiatura. Gli slogan copiati da Berlusconi e, per non farsi sgamare, la foto copiata da Riotta e Cocuzza. I giornalisti sfigati che vogliono distinguersi con l’apparire in TV in manica di camicia e cravatta, ma senza giacca. E allora eccolo Penati in fotografia sui manifesti in camicia bianca con cravatta, ma senza giacca. Proprio come un citrullo. Copiare senza capire, un disastro. L’ennesima prova.

Sandro Sisler

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