Quelli della Lega si dichiaravano duri e puri. Urlavano “Roma ladrona” e “Padania libera”. Dicevano pure di avercelo duro. Mentivano. Fanno lo stesso mestiere degli altri. Solo così si spiega l’avversione della Lega al referendum sulla legge elettorale che dovrà pur tenersi, e che ogni logica vorrebbe si celebrasse in occasione della consultazione per le elezioni al Parlamento europeo. Invece no, La lega non vuole l’accorpamento perché, così, si raggiunge il quorum e passa il referendum. Risultato, niente premio di maggioranza alla coalizione ma solo alla lista.
Quindi, non basterà essere alleati del PdL per avere il premio e mandare più leghisti in Parlamento, a Roma. Quello che era il simbolo della politica che spogliava il Nord. Come Craxi che invitava l’elettorato ad andare al mare anziché a votare il referendum, la Lega vuole evitare che si voti contemporaneamente per le europee e per il referendum. Così, quando sarà il turno del referendum, come Craxi anche Bossi potrà invitarci ad andare al mare. Ma con l’aggravante di aver appesantito le casse dello Stato con il costo della nuova consultazione. Circa 400 milioni di euro che, se è vero che il 70% del prelievo fiscale proviene dalle regioni del Nord, peseranno per 280 milioni sui polentoni. E tutto questo per qualche poltrona in più.
Mi si è ammosciato anche a me.
Luca Procaccini
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