È stato segretario duro e puro della CGIL.
Ha portato in piazza milioni d’italiani per evitare la modifica dello statuto dei lavoratori ipotizzata dal governo Berlusconi nel 2002.
Ha rappresentato il punto di riferimento dell’ala dura della sinistra italiana quando i governi Prodi, D’Alema, Amato e il candidato Rutelli avevano deluso le aspettative dei compagni.
Poi, la carica di Sindaco di Bologna e le difficoltà di amministrare la città.
Dopo cinque anni dove è stato apostrofato come sceriffo, fascista, reazionario e altro, la sentenza di condanna del Giudice del lavoro per condotta antisindacale.
In sintesi, smessi i panni del filosofo ed assunti quelli del pratico, l’amara scoperta.
Tante parole in libertà spese negli anni hanno contribuito alla creazione del mostro. Il dipendente. Poi, dopo la scoperta, la sconfitta. Il dipendente brandito e gestito come arma dalla comoda e potente poltrona della CGIL, non lo si gestisce più dalla potente ma scomoda poltrona di Sindaco.
Frankenstein è fuori controllo. Così è deciso, l’udienza è tolta.
Luca Procaccini
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