domenica 19 aprile 2009

Obama. Lo statista con vasellina

Nei primi mesi di Governo, l’abbronzato ha fatto grandi cose per dimostrare la distanza tra il suo modo di concepire il potere rispetto a chi lo ha preceduto. E ha funzionato fintanto che s’è trattato di fare scenografia. Tutti in delirio perché va in giro per la Casa Bianca in maglioncino mentre la moglie ricava un orto nel giardino del palazzo del potere. Tutti in visibilio perché lo si incrocia al fast food mentre allunga la banconota per pagare come un illustre sconosciuto, per poi mangiare un panino che si disfa tra le mani come accade ai più impediti.

Sull’onda della commozione generale, l’idea. Esportare il metodo. Si cambia anche in politica estera. Partecipazione al convegno dei Paesi sudamericani e pacche sulle spalle con Chavez, l’ultimo degli ultimi comunisti, oltre che aperture d’ogni genere all’Iran.

Si vedono i primi frutti. La giornalista americana arrestata in Iran è stata condannata dopo un processo a porte chiuse per spionaggio in favore degli USA. Ovviamente, dopo averle estorto confessione con promessa della liberazione.

Il presidentissimo rassicura. Non cambierà il suo modo d’approcciare l’incarico ricoperto. Aggiusterà solo un poco il tiro e, per precauzione, viaggerà sempre con vasellina al seguito. All’occorrenza, meglio spalmare che altrimenti brucia.

Luca Procaccini

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