venerdì 10 aprile 2009

IDV, PD: Io Divoro Voi, Poveri Disgraziati

Quando il PD nacque, disse ai quattro venti d’essere partito a vocazione maggioritaria e che non avrebbe fatto patti elettorali con nessuno. Invece l’accordo lo fece con l’Italia dei Valori a patto che si sarebbe fatto unico gruppo in Parlamento.

Di Pietro salì in carrozza e, raggiunto l’obiettivo, rinnegò l’accordo e si fece il suo bel gruppo.

Nel corso del primo anno di vita parlamentare del PD moderato a vocazione maggioritario, e in assenza dell’ala sinistra del Parlamento, Di Pietro s’è imposto sulla scena per i toni da opposizione cari a Rifondazione Comunista, Verdi e Comunisti Italiani. E il bel giocò funzionò tanto da spingere prima Veltroni, e poi Franceschini, a inseguirlo sull’antiberlusconismo facendo del PD, per quanto riguarda i contenuti, una replica dell’Ulivo.

Poi venne il tempo delle elezioni regionali in Abruzzo e Di Pietro impose al PD il suo candidato. L’elezione fu vinta dal PdL, ma l’Italia dei Valori raggiunse consensi mai sperati, a discapito del PD che ancora se ne lecca le ferite.

Ora è tempo di elezioni europee e Franceschini dice che Berlusconi non si deve candidare perché mai potrebbe assumere l’incarico di euro deputato, mentre Berlusconi dice che si candida e che anche l’opposizione dovrebbe candidare un leader se l’avesse. Ed ecco Di Pietro che annuncia la sua candidatura al Parlamento europeo, con Franceschini fermo al palo.

Infine, per le amministrative con le alleanze da farsi per le elezioni di sindaci e presidenti di province, ecco puntuale Di Pietro che dichiara che non sarà in ogni dove alleanza col PD. Motivazione ufficiale: non ci sono state primarie, in generale, e in alcuni casi particolari non si sono condivise le politiche amministrative locali. Motivazione reale: se l’IdV è forte,
o se può arrivare al ballottaggio meglio del PD, che sia questo ad appoggiare il candidato di Di Pietro. E se Franceschini sottolinea che le percentuali di consenso del PD sono più alte di quelle dell’IdV, e quindi spetta al suo partito avere più candidati sindaci e presidenti di province, Di Pietro risponde: mollato l’alleato.

Sandro Sisler

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